Ribera/Sciacca: Mimmo Macaluso spiega il massiccio arrivo delle meduse e i metodi per combatterle

FONTE: http://ripost.it/?p=88802

Il cosiddetto "bloom" è il fenomeno del periodico spiaggiamento di animali marini come meduse, lepri di mare o Velella velella, una "fioritura" determinata da diversi fattori. Le meduse non sono abili nuotartici e si lasciano trasportare prevalentemente dalle correnti, condizionate a loro volta anche dai venti, per cui un fisiologico spiaggiamento di questi animali, è frequente dopo violente mareggiate; si tratta dunque di un fenomeno non inusuale, ma il fatto che in questi ultimi anni si manifesti in modo sempre più frequente, è da mettere anche in relazione alle variazioni climatiche che stanno interessando il Mediterraneo, con un aumento della temperatura delle acque, che determina una esplosione demografica del plancton di cui si nutrono le meduse e di conseguenza delle meduse stesse. Il plancton si concentra spesso sulla superficie del mare o in prossimità della battigia e le meduse per nutrirsene, abbandonando le acque profonde si ritrovano in balia dei venti che le spingono sino a riva: se invece si avvicinano tropo alla linea di costa, vengono trascinate dal moto ondoso, anche di semplice risacca, che le fa depositare sulla spiaggia. Una recentissima osservazione che invece spiega la massiccia presenza di questi animali a pochi centimetri dalla riva, anche con mare calmo, è la lunghezza dei loro tentacoli, che ho visto impigliati con detriti di alghe o aggrovigliati con quelli di altre meduse: intrappolate dalle loro stesse appendici urticanti, le meduse non possono evitare di spiaggiarsi. Il disagio apportato ai bagnanti da questi innegabilmente begli animali marini, è determinato dalle loro cellule urticanti che a contatto con la pelle, determinano delle vere ustioni chimiche, anche di grave entità: si tratta di un problema così rilevante, che qualche ha fa ha interdetto la balneazione e Linosa, nella riserva dello Zingaro ed a Favignana, dove è operativo il progetto Med-Jellyrisk, cioè il posizionamento di reti anti-meduse nella spiaggia di Cala Grande, una iniziativa messa in opera per non compromettere la stagione turistica! Non tutte le meduse sono urticanti come invece lo è la piccola e temibile Pelagia noctiluca che in questi giorni popola numerosissima le nostre spiagge (dotata di subdoli filamenti quasi trasparenti che raggiungono anche i due metri di lunghezza): la grande e vistosa Rhizostoma pulmo (o polmone di mare) è debolmente urticante, mentre la spettacolare e bellissima Cassiopea mediterranea (Cotylorhiza tuberculata), non è urticante. Preoccupante è l'avvistamento nei mari di Lampedusa di due esemplari di Caravella portoghese (Physalia physalis), un animale simile ad una medusa, che galleggia sulla superficie del mare e che è dotato di una vistosa vela bluastra, con la quale si lascia trasportare dal vento: i sui tentacoli contengono oltre 30 tossine che rilasciate sulla pelle dei bagnati, possono determinare lesioni gravissime. Quali sono i rimedi in caso di contatto con una medusa? Rimuovere delicatamente con una pinzetta gli eventuali tentacoli attaccati alla pelle e non strofinare la zona del contato, per evitare una ulteriore diffusione delle tossine; sciacquare con acqua di mare e non con acqua dolce (per osmosi l'acqua dolce farebbe liberare altre tossine) ed applicare un gel astringente al cloruro di alluminio (Most Gel Astringente oppure Post Pungello Jellyfish Gel): le pomate al cortisone fanno il loro effetto soltanto dopo diverse ore dal contatto. I metodi tradizionali come il contatto con un sasso caldo sulla pelle, è basato su un principio reale (la termolabilità delle tossine), ma il sasso per dare il suo effetto dovrebbe avere una temperatura di almeno 40 gradi; meno che mai, è efficace l'applicazione di urina, dato che il suo contenuto di ammoniaca, è irrilevante. Per prevenire il contatto con la pelle durante il bagno, si può applicare un gel o un unguento che ostacola l'adesione dei tentacoli alla pelle (Respingo jellifih antimedusa). Mimmo Macaluso Direttore Scientifico WWF Sicilia – Area Mediterranea – RIBERA/SCIACCA. Buona parte del litorale agrigentino è soggetto da qualche giorno ad una autentica invasione delle meduse. Ne hanno fatto le spese in questi giorni il ltorale occidentale compreso tra Sciacca, Ribera, Montallegro e Siculiana. Sulle spiagge di San Giorno, Seccagrande, Borgo Bonsignore, Eraclea Minoa e Sicukiana Marina ne arrivano a migliaia, si depositano sul bagnasciuga e sulla sabbia, sono urticanti e preoccupano non poco i bagnanti (nella foto scattata ieri mattina a San Giorgio se ne vede una colonia). Il loro arrivo in parte è dovuto alle variazioni climatiche che stanno interessando il Mediterraneo, con un aumento della temperatura delle acque, che determina un'esplosione demografica del plancton di cui si nutrono le meduse. "Una recentissima osservazione che invece spiega la massiccia presenza di questi animali a pochi centimetri dalla riva, anche con mare calmo – spiega il dott. Domenico Macaluso, direttore scientifico WWF Sicilia – Area Mediterranea, esperto subacqueo – è la lunghezza dei loro tentacoli, che ho visto impigliati con detriti di alghe o aggrovigliati con quelli di altre meduse. Il disagio apportato ai bagnanti da questi animali marini, è determinato dalle loro cellule urticanti che a contatto con la pelle, determinano delle vere ustioni chimiche, anche di grave entità". Secondo Macaluso i rimedi sono: rimuovere con una pinzetta i tentacoli attaccati alla pelle, sciacquare con acqua di mare e applicare un gel al cloruro di alluminio. Migliaia di bagnanti delle spiagge agrigentine sono avvisati.        

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