Agrigento: Stadi comunali di 36 città fuori uso senza certificazioni vigili del fuoco e commissione spettacoli
FONTE: http://ripost.it/?p=83873
Il calcio dilettantistico in provincia di Agrigento è in serio pericolo perché 36 comuni, su 43, non hanno le strutture sportive e gli stadi comunali coperti dalle norme di sicurezza previste dalla legge. L'allarme viene da tutte le società sportive agrigentine che prendono parte ai vari campionati calcistici minori, dalla terza alla seconda categoria. Quasi tutte le squadre sono costrette a giocare le partite casalinghe, negli stadi delle grandi cittadine che, in poche, hanno gli impianti in regola, non solo nell'Agrigentino, ma spesso scendono in campo negli stadi delle province limitrofe come Trapani e Caltanissetta. L'allarme è scoppiato da un paio di settimane, da quando la questura di Agrigento ha inviato una nota a 36 sindaci dei comuni per mettere subito a posto con i collaudi le strutture sportive che non sono in possesso dei requisiti di sicurezza previsti dalla legge, invitando gli enti locali ad acquisire dai vili del fuoco e dalle commissioni di vigilanza e pubblico spettacolo la necessaria certificazione. I problemi, giustamente rilevati dalla questura, riguardano non solo la prevenzione incendi, ma anche l'intera struttura sportiva sotto l'aspetto della sicurezza. La direttiva provinciale, inviata alle forze dell'ordine, vieta oggi la fruizione degli impianti sportivi e perfino lo svolgimento dell'attività in quegli stadi in cui ultimamente si è giocato "a porte chiuse". I comuni interessati dal recente provvedimento della questura sono: Alessandria della Rocca, Aragona, Bivona, Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Camastra, Campobello di Licata, Canicattì, Castrofilippo, Cattolica Eraclea, Cianciana, Comitini, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lampedusa e Linosa, Lucca Sicula, Menfi, Montallegro, Montevago, Naro, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Racalmuto, Raffadali, Ravanusa, Realmonte, Ribera, Sambuca di Sicilia, San Biagio Platani, San Giovanni Gemini, Santa Elisabetta, Santa Margherita Belice, Santo Stefano Quisquina, Siculiana, Villafranca Sicula. L'oneroso aggravio di spese a danno le piccole società dilettantistiche per affrontare le continue trasferte, per le quali talvolta si fa anche la "colletta" tra i giocatori per pagare il pullman, mette a dura prova i dirigenti e la vita dei club dove si continua a giocare per passione e divertimento, per allontanare con lo sport i giovani da eventuali devianze presenti nell'odierna società. I comuni agrigentini vengono invitati a sistemare subito gli impianti, ma gli amministratori affermano che i tempi sono brevi e il campionato è in corso. Il sindaco di Ribera Matteo Ruvolo, che da stasera sarà a Bergamo per l'assemblea nazionale dell'Anci, proverà per l'occasione a contattare i colleghi agrigentini per chiedere unitariamente alla questura una proroga al provvedimento per mettere a posto carte e collaudi. Il primo cittadino di Montallegro Giovanni Cirillo ha già inviato la richiesta di deroga temporanea e ha pubblicato sul gruppo web dei sindaci agrigentini, invitandoli a fare "squadra" per mettere in moto gli adempimenti urgenti di legge.
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Il calcio dilettantistico in provincia di Agrigento è in serio pericolo perché 36 comuni, su 43, non hanno le strutture sportive e gli stadi comunali coperti dalle norme di sicurezza previste dalla legge. L'allarme viene da tutte le società sportive agrigentine che prendono parte ai vari campionati calcistici minori, dalla terza alla seconda categoria. Quasi tutte le squadre sono costrette a giocare le partite casalinghe, negli stadi delle grandi cittadine che, in poche, hanno gli impianti in regola, non solo nell'Agrigentino, ma spesso scendono in campo negli stadi delle province limitrofe come Trapani e Caltanissetta. L'allarme è scoppiato da un paio di settimane, da quando la questura di Agrigento ha inviato una nota a 36 sindaci dei comuni per mettere subito a posto con i collaudi le strutture sportive che non sono in possesso dei requisiti di sicurezza previsti dalla legge, invitando gli enti locali ad acquisire dai vili del fuoco e dalle commissioni di vigilanza e pubblico spettacolo la necessaria certificazione. I problemi, giustamente rilevati dalla questura, riguardano non solo la prevenzione incendi, ma anche l'intera struttura sportiva sotto l'aspetto della sicurezza. La direttiva provinciale, inviata alle forze dell'ordine, vieta oggi la fruizione degli impianti sportivi e perfino lo svolgimento dell'attività in quegli stadi in cui ultimamente si è giocato "a porte chiuse". I comuni interessati dal recente provvedimento della questura sono: Alessandria della Rocca, Aragona, Bivona, Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Camastra, Campobello di Licata, Canicattì, Castrofilippo, Cattolica Eraclea, Cianciana, Comitini, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lampedusa e Linosa, Lucca Sicula, Menfi, Montallegro, Montevago, Naro, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Racalmuto, Raffadali, Ravanusa, Realmonte, Ribera, Sambuca di Sicilia, San Biagio Platani, San Giovanni Gemini, Santa Elisabetta, Santa Margherita Belice, Santo Stefano Quisquina, Siculiana, Villafranca Sicula. L'oneroso aggravio di spese a danno le piccole società dilettantistiche per affrontare le continue trasferte, per le quali talvolta si fa anche la "colletta" tra i giocatori per pagare il pullman, mette a dura prova i dirigenti e la vita dei club dove si continua a giocare per passione e divertimento, per allontanare con lo sport i giovani da eventuali devianze presenti nell'odierna società. I comuni agrigentini vengono invitati a sistemare subito gli impianti, ma gli amministratori affermano che i tempi sono brevi e il campionato è in corso. Il sindaco di Ribera Matteo Ruvolo, che da stasera sarà a Bergamo per l'assemblea nazionale dell'Anci, proverà per l'occasione a contattare i colleghi agrigentini per chiedere unitariamente alla questura una proroga al provvedimento per mettere a posto carte e collaudi. Il primo cittadino di Montallegro Giovanni Cirillo ha già inviato la richiesta di deroga temporanea e ha pubblicato sul gruppo web dei sindaci agrigentini, invitandoli a fare "squadra" per mettere in moto gli adempimenti urgenti di legge.
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