FONTE: http://ripost.it/?p=82579
I turisti vengono privati della visita della necropoli dell'Anguilla che si trova sull'itinerario riberese del litorale agrigentino, accanto alla Villa Romana di Realmonte, a Scala dei Turchi, alla riserva di Torre Salsa di Siculiana, all'area archeologica Eraclea Minoa, alla foce del Platani di Ribera. Tanti visitatori italiani e stranieri, seguono le guide cartacee, arrivano all'Anguilla e trovano cancelli chiusi ed erbacce dappertutto. Accade da anni, ma mai come quest'anno abbiamo ricevuto tante telefonate di possibili visitatori delusi. Stavolta a non mantenere la parola è stato il Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento i cui dirigenti nella scorsa primavera avevano annunciato che la necropoli riberese, metà di turismo di passaggio, sarebbe stata aperta al pubblico in quanto sarebbero stati realizzati finalmente nel centro didattico della località, posta a circa due chilometri dal centro urbano, entro l'estate corrente i servizi igienici che mancano per i visitatori. Allo stato attuale manca pure la convenzione, che avrebbe dovuto essere stipulata tra l'amministrazione comunale e il Parco Archeologico, per garantire apertura e chiusura del sito, assistenza e vigilanza degli operatori. Ci è capitato di essere chiamati, come cronisti, sul posto dell'Anguilla , da alcuni escursionisti lombardi che poi hanno visitato il castello di Poggio Diana e la sottostante Gola del Lupo. Per la necropoli dell'Anguilla non c'è stato niente da fare, anche perché eventualmente prima di riaprire l'area bisognerebbe fare la pulizia generale da erbacce e sterpaglie della collina dove si trovano ubicate, scavate nella marna, ben 45 tombe del periodo intorno al XIII secolo a. C. La sorpresa per i turisti agrigentini potrebbe essere rappresentata dallo stato della necropoli dove tombe, ingressi, coperture potrebbero essere stati danneggiati dagli agenti atmosferici come l'acqua piovana che scava la marna. Negli anni passati diverse associazioni ambientaliste (WWF, Lions, Rotary) hanno fatto battaglie di sensibilizzazione verso le istituzioni. Oggi purtroppo mancano anche quelle. Ribera, che è una cittadina molto giovane nata all'inizio del XVII secolo, ha pochi beni monumentali ed ambientali, ma la necropoli dell'Anguilla potrebbe fare coppia con il castello di Poggio Diana, con la riserva naturale del fiume Platani, con le aree archeologiche di Scirinda, Castello e Ciavolaro e con la casa natale privata dello statista Francesco Crispi.
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I turisti vengono privati della visita della necropoli dell'Anguilla che si trova sull'itinerario riberese del litorale agrigentino, accanto alla Villa Romana di Realmonte, a Scala dei Turchi, alla riserva di Torre Salsa di Siculiana, all'area archeologica Eraclea Minoa, alla foce del Platani di Ribera. Tanti visitatori italiani e stranieri, seguono le guide cartacee, arrivano all'Anguilla e trovano cancelli chiusi ed erbacce dappertutto. Accade da anni, ma mai come quest'anno abbiamo ricevuto tante telefonate di possibili visitatori delusi. Stavolta a non mantenere la parola è stato il Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento i cui dirigenti nella scorsa primavera avevano annunciato che la necropoli riberese, metà di turismo di passaggio, sarebbe stata aperta al pubblico in quanto sarebbero stati realizzati finalmente nel centro didattico della località, posta a circa due chilometri dal centro urbano, entro l'estate corrente i servizi igienici che mancano per i visitatori. Allo stato attuale manca pure la convenzione, che avrebbe dovuto essere stipulata tra l'amministrazione comunale e il Parco Archeologico, per garantire apertura e chiusura del sito, assistenza e vigilanza degli operatori. Ci è capitato di essere chiamati, come cronisti, sul posto dell'Anguilla , da alcuni escursionisti lombardi che poi hanno visitato il castello di Poggio Diana e la sottostante Gola del Lupo. Per la necropoli dell'Anguilla non c'è stato niente da fare, anche perché eventualmente prima di riaprire l'area bisognerebbe fare la pulizia generale da erbacce e sterpaglie della collina dove si trovano ubicate, scavate nella marna, ben 45 tombe del periodo intorno al XIII secolo a. C. La sorpresa per i turisti agrigentini potrebbe essere rappresentata dallo stato della necropoli dove tombe, ingressi, coperture potrebbero essere stati danneggiati dagli agenti atmosferici come l'acqua piovana che scava la marna. Negli anni passati diverse associazioni ambientaliste (WWF, Lions, Rotary) hanno fatto battaglie di sensibilizzazione verso le istituzioni. Oggi purtroppo mancano anche quelle. Ribera, che è una cittadina molto giovane nata all'inizio del XVII secolo, ha pochi beni monumentali ed ambientali, ma la necropoli dell'Anguilla potrebbe fare coppia con il castello di Poggio Diana, con la riserva naturale del fiume Platani, con le aree archeologiche di Scirinda, Castello e Ciavolaro e con la casa natale privata dello statista Francesco Crispi.
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