Noi siciliani, in tema di emergenza da coronavirus, abbiamo una grande opportunità che deriva dal fatto di essere "sempre gli ultimi". Nelle varie statistiche nazionali la Sicilia occupa sempre le ultime posizioni: risultiamo ultimi, da un confronto con le altre Regioni, come qualità della vita; risultiamo ultimi nel campo dei servizi al turismo; risultiamo ultimi negli spazi da dedicare al tempo libero. Insomma sempre ultimi noi siciliani.
Anche in tema di coronavirus, risultiamo ultimi nel contagio che si sta diffondendo. Siamo gli ultimi ai quali il virus sta prestando attenzione, si registrano meno casi in Sicilia rispetto al resto d'Italia. Una volta tanto essere ultimi ci dà l’opportunità di poter contrastare in tempo il coronavirus; ci dà l'opportunità di utilizzare l'esperienza delle Regioni più colpite, come la Lombardia ed il Piemonte, ed adottare comportamenti rigorosi ed efficaci.
In qualità di Sindaco, prendo atto che i cittadini stanno facendo la loro parte rispettando le regole e restando a casa. Mi sorge però un dubbio: si può dire lo stesso per gli organi gestionali e istituzionali che dirigono la sanità provinciale?
Ecco il perché del mio scetticismo …
Lo scorso 27 febbraio, si è tenuta una riunione in prefettura alla presenza del Prefetto, dei Sindaci, delle Forze dell'Ordine, del Direttore Generale e del Direttore Amministrativo dell'ASP di Agrigento. Ebbene, in questa occasione, i vertici dell’Azienda sanitaria provinciale, vista la gravità della situazione, avevano dichiarato che, a giorni si sarebbe provveduto a distribuire a tutti gli operatori sanitari e ai medici di medicina generale i dispositivi di protezione individuale (mascherine, camici, guanti ecc..).
Debbo riscontrare che, a distanza di quasi un mese, ai medici di base del Comune di Siculiana non è stato fornito alcun dispositivo di sicurezza; né, tanto meno, mi risulta che l'azione amministrativa volta ad istituire nuove postazioni di terapia intensiva, effettivamente operanti, si sia caratterizzata in termini di efficienza ed efficacia. Questo al contrario di quanto hanno fatto invece molte province del Piemonte (come ad esempio Vercelli) che, in pochi giorni, sono riuscite ad acquistare ventilatori polmonari e tutte le attrezzature necessarie per instituire nuovi posti di terapia intensiva.
Noi abbiamo fatto lo stesso? Quanti posti letto di terapia intensiva, già operativi, sono stati instituiti ex novo e quanti reparti sono stati riconvertiti per affrontare quest'emergenza?
In una situazione così drammatica come la nostra, non possono trovare spazio affermazioni coniugate al futuro come "faremo", "attiveremo". La drammaticità del momento ci obbliga ad agire in modo concreto nell’immediato, senza perdere altro tempo. Sono convinto che se tutti noi ponessimo in essere comportamenti responsabili, come quelli di rimanere a casa e rispettare le regole, accompagnate da azioni efficienti ed efficaci da parte delle istituzioni sanitarie e governative, potremmo forse affermare che "gli ultimi saranno i primi".
Noi siciliani, sempre ultimi, potremmo essere nelle condizioni di sconfiggere per primi questo maledetto virus.
Leonardo Lauricella