Si segnala la mancanza di apertura comunicativa e di trasparenza operativa.
È deplorevole la costante lacuna nelle Amministrazioni Comunali le quali chiaramente rifiutano di rispondere alle istanze e alle comunicazioni di cittadini, particolarmente se emigrati, che dichiarano abusi e reati.
Nonostante, le stesse pubbliche amministrazioni non hanno problema per generare e sostenere ordinanze, anche fasulle, quando è comodo per loro o per gente a loro favorita. Per un semplice cittadino, è evidentemente inutile rivolgersi ad un Difensore Civico, in un paese dove non si rispettano le norme ed i protocolli. Il sistema burocratico cambia quando si tratta di cittadino sconosciuto, o quando si tratta di un emigrato, anche se ritorna regolarmente e contribuisce sostanzialmente all’economia del paese.
Segnalo un abuso burocratico dai Comuni che opprime il Cittadino.
Dalle tante lettere tuttoggi in attesa di risposte dalle amministrazioni comunali, metto in evidenza un’ultima comunicazione con data del 29 luglio 2014. Una richiesta
( http://www.itacan.com/i723-h205/20140729%20-%20pec%20ai%20comuni.pdf )
è stata inviata ai Sindaci di Siculiana e di Realmonte tramite Posta Elettronica Certificata (PEC): Un’invito ai Sindaci ... per correggere un flagrante errore di confine.
( http://www.siculiana.info/2014/07/uninvito-ai-sindaci-di-siculiana-e-di.html )
Oltre sessanta (60) giorni, non 30 di regola, sono passati senza un riscontro dai Primi Cittadini o dalle loro Amministrazioni. Nemmeno un segno di cortesia, e tanto meno di professionalismo. Bisognerà dunque andare alla Procura della Repubblica e ad uffici della Regione per avere un seguito? Perchè no. Creare lavoro inutile ma retributivo per altri burocrati o consulenti vari, è di moda!
Francesco Gucciardo
francesco.gucciardo@postacertificata.gov.it
Nonostante, le stesse pubbliche amministrazioni non hanno problema per generare e sostenere ordinanze, anche fasulle, quando è comodo per loro o per gente a loro favorita. Per un semplice cittadino, è evidentemente inutile rivolgersi ad un Difensore Civico, in un paese dove non si rispettano le norme ed i protocolli. Il sistema burocratico cambia quando si tratta di cittadino sconosciuto, o quando si tratta di un emigrato, anche se ritorna regolarmente e contribuisce sostanzialmente all’economia del paese.
Segnalo un abuso burocratico dai Comuni che opprime il Cittadino.
Dalle tante lettere tuttoggi in attesa di risposte dalle amministrazioni comunali, metto in evidenza un’ultima comunicazione con data del 29 luglio 2014. Una richiesta
( http://www.itacan.com/i723-h205/20140729%20-%20pec%20ai%20comuni.pdf )
è stata inviata ai Sindaci di Siculiana e di Realmonte tramite Posta Elettronica Certificata (PEC): Un’invito ai Sindaci ... per correggere un flagrante errore di confine.
( http://www.siculiana.info/2014/07/uninvito-ai-sindaci-di-siculiana-e-di.html )
Oltre sessanta (60) giorni, non 30 di regola, sono passati senza un riscontro dai Primi Cittadini o dalle loro Amministrazioni. Nemmeno un segno di cortesia, e tanto meno di professionalismo. Bisognerà dunque andare alla Procura della Repubblica e ad uffici della Regione per avere un seguito? Perchè no. Creare lavoro inutile ma retributivo per altri burocrati o consulenti vari, è di moda!
Francesco Gucciardo
francesco.gucciardo@postacertificata.gov.it
Ma i suoi problemi personali non se li può risolvere in privato?
RispondiEliminaquello che penso anche io....continuamente lo stesso autore segnala e riparla sempre di questa strada errata o meno che sia. Segnalare la questione una volta forse va bene, ma continuare a ripetere sempre le stesse cose no. Risolva il suo problema in privato e se ha ragione trovera soddisfazione.
RispondiEliminaNon vedo quale disagio possa recare alla cittadinanza questo su pseudo problema burocratico da continuare a renderlo pubblico, fra l'altro con tutti i veri problemi sociali che ci sono! Il problema in questione credo che sia solo ed esclusivamente personale e per i suoi esclusivi interessi .... Non so se suo tempo, prima di emigrare, c'era già questo detto e se lo ricorda "fari trasiri u sceccu pi la cuda!"
RispondiEliminaDelle cose personali me ne occupo separatamente e con tenacia, ovviamente.
RispondiEliminaPoi, leggendo meglio il mio articolo, cari anonimi, vedrete che mi riferisco PARTICOLARMENTE AL FATTO CHE LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI NON RISPONDONO (come prescritto dalla legge) ALLE ISTANZE DI UN CITTADINO..., e a ciò, dandone un esempio concreto. Forse sareste in accordo con tale abuso burocratico, ormai cronico?
Cari anonimi, se il Cittadino non persevera egli non avrà amministrativamente i sui diritti. Egli dovrà forzatamente agire tramite un sistema giudiziale o “mafioso”, altrimenti desistere il suo diritto. Le Pubbliche Amministrazioni non funzionano adequatamente per tutelare i diritti del singolo Cittadino; per tutto si deve iniziare causa civile. Sembra che esiste un sistema che crea lavoro passivo ma remunerato (dallo Stato o da privati) per i professionisti e i consulenti, ma con perdite nette (di tempo e denaro) al Cittadino – esempi di questo sistema non mancano. Purtroppo, non perseverando, tutto si auto archivia e nulla cambia. Basta consultare i vari comunicati ed articoli scritti su questo Blog.
Francesco Gucciardo
(Addendum)
EliminaBasta il WiFi e con Google si trova... una lettera alla Sicilia, scritta da Alfonso Di Rosa :
... ... ...
“A tia ti pari ca u munnu è chianu!”, oppure “Vò fari trasiri u sceccu pi la cuda!”, o ancora, “compare ma ti pare una cosa semplice rivoluzionare il sistema ? Quest’isola non ti darà mai niente! Se vuoi un futuro alla tua altezza, vattene, tinnagghiriiii!!!”
…pensiamo sia semplice ? no, non lo è affatto! Tutt’altro!
Purtroppo però mai nessuno ha risposto a questo pensiero con un “Proviamoci!” oppure “Possiamo farcela!” o meglio “Ce la faremo!”.
... ... ...
Per chi fiduciosamente crede ancora, ecco il link alla lettera -
http://www.alfonsodirosa.com/cara-sicilia/
Francesco Gucciardo
Possiamo farcela?... Ce la faremo?... Queste frasi di incitazione populistica non hanno a che vedere con l'interesse che lei porta avanti e che nulla ha a che vedere con l'interesse pubblico e soprattutto del paese! E' evidente che un suo interesse personale lo vuole far camuffare sotto un profilo di paladino della giustizia e del popolo!
RispondiEliminaLe frasi che Lei ripete, che io ho voluto citare perchè ci credo, non dovrebbero fare paura ne a Lei, ne ad altri cittadini – contempli il testo dell’autore : http://www.alfonsodirosa.com/cara-sicilia/ . Eppure, Lei dice che sono frasi “di incitazione populistica”, io invece dico che sono frasi di travaglio e di speranza!
EliminaIl mio interesse, come quello di tanti cittadini è di ricevere un riscontro dalle Pubbliche Amministrazioni a legittimi quesiti. Caro anonimo, cortesemente faccia Lei da “paladino” e dica alle P.A. di rispondere ai cittadini che non chiedono altro che trasparenza e soluzioni. In particolare, segnali la PEC in oggetto con data del 29 luglio u.s., ancora senza risposta.
L’interesse comune (anche se personale) di un qualunque cittadino dovrebbe essere tutelato amministrativamente, secondo le leggi vigenti, applicate con giudizio. Dato che, pur da lontano, mi sembra che i piccoli Comuni non vivono più nel medio evo, che “la legge è uguale per tutti”, che un singolo cittadino ha diritti e doveri civici, e così via, auguro buon lavoro a chi, giovane e meno giovane, ancora crede e persevera.
Francesco Gucciardo
E' vero anche un altra cosa; non è che tutto quello che tutti i quesiti che si chiedono ad un Comune quest'ultimo è titolato a dare risposta! Mi spiego meglio: se come lei, scrivo una lettera al comune chiedendo notizie sul ristudio del piano regolatore (per esempio), il Comune può rispondermi! I quesiti, per legge, considerato che lei è attento alla legge, devono essere attinenti a fatti o atti personali, come un eventuale risposta ad una pratica già protocollata, o un eventuale richiesta di posizione debitoria, ecc, ma sempre a carattere personale. Quindi, a che titolo lei chiede risposta ad un quesito di carattere pubblico in ordine a confini territoriali? Ha provato a recarsi al comune e parlare con addetto dell'ufficio competente? ha in itinere pratiche presentate da un tecnico che sono subordinate a questa questione? Va bene la trasparenza, ma per alcune materie il cittadino non può porre quesiti ad un Comune e pretenderne risposta senza esserne titolati!
EliminaNon mancano pratiche protocollate e conversazioni con le Pubbliche Amministrazioni (P.A.), e non solamente quelle del sottoscritto.
EliminaOggigiorno, anche una lettera prestampata può essere una conferma di ricezione o risposta, che il Cittadino avrebbe da ricevere in seguito ad una sua PEC o Raccomandata.
La Treccani.it spiega: Titolato s. m. (f. -a) [persona titolata] ≈ aristocratico, nobile. ↔ borghese, plebeo, popolano... 1. Che ha un titolo, soprattutto con riferimento a titoli nobiliari: un ospite t.; una signora t.; anche sostantivato: la boria dei titolati.
Dunque, un semplice cittadino (del post medio evo) non avrebbe il diritto di esprimersi, di chiedere ufficialmente qualcosa alla P.A. ed ancora meno di aspettarsi una risposta.
Come si giustifica una P.A. che si sente TITOLATA, e che decide arbitrariamente a chi rispondere o non rispondere? ciò dimostrerebbe abuso.
Metto in evidenza un (non unico) esempio in formato cronologico:
- da settembre il cittadino comunica regolarmente e personalmente con la P.A. tutte le sue intenzioni di organizzare una sua proprietà in campagna. Certi vicini si lamentano alla P.A. che da a loro asculto. Poi,
- 8 nov. – la P.A. accusa il cittadino di reato ed effettua un sequestro;
- 9 nov. – il cittadino emigrato ritorna al suo lavoro fuori Italia;
- 12 nov. – la P.A. emette un’ordinanza;
- 22 nov. – il cittadino comunica alla P.A. con PEC ed elegge domicilio presso il suo Legale;
- 10 feb. – il cittadino comunica alla P.A. con PEC e dichiara che lo Studio Legale ha anche il mandato di trattare il soggetto;
- 17 feb. – dopo altri tentativi senza risposta, il cittadino invia una richiesta di revoca dell’ordinanza con PEC;
- 20 feb. – suggerito dal Legale, il cittadino invia la richiesta di revoca anche con Raccomandata;
- 12 mar. – la P.A. si reca sul posto e redige un verbale;
- 3 lug. – la P.A. emette un accertamento di inottemperanza e dichiara:
--- VISTA l’ordinanza...
--- VISTO il verbale...
--- COSTATATO l’inottemperanza...
--- TENUTO CONTO...
--- PER quanto sopra si notifica...
--- SI NOTIFICA...
- 3 lug. – con posta certificate (PEC) il cittadino riceve notifica dell’accertamento dalla P.A.
Dove sono finite le PEC e la Raccomandata del cittadino, tuttora senza risposta? La P.A. non ne fa alcun cenno nell’accertamento, ... ma evidentemente si nota che la P.A. ne fa uso per avanzare la propria “causa”. Così, la P.A. blocca altri lavori che il cittadino emigrato vuole effettuare sul suo terreno privato.
Se il Cittadino non può agire tramite un sistema amministrativo, anche se burocraticamente pesante, egli dovrà fare ricorso ad un’altro sistema, e, possibilmente, dovrà pagare qualcuno (un tecnico di fiducia(?) o altro) per presentare in formato quasi-arcaico un suo diritto, altrimenti desistere.
Ci vuole un pò di serietà, caro Anonimo.
Gradisco sinceramente il Suo commento e ricambio con una mia domanda, cosa può fare il Cittadino in un caso simile a quello citato? Chi nelle P.A. tutela i diritti del Cittadino ... anche di quello emigrato?
Francesco Gucciardo
Chi in politica assume la sfida per la trasparenza? Visto che le Pubbliche Amministrazioni non sembrano tutelare il Cittadino, forse i politici ne faranno un interesse loro in campagna elettorale!
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