Petrotto: esposto-denuncia relativo alla Discarica di Siculiana - Articolo aggiornato con le dichiarazioni dell’Avv. Alberto Marolda del 05.09.2014
Si riceve e si pubblica il seguente testo inviato dall'ex-Sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto. Si informano i lettori che a fine articolo vengono aggiunte le dichiarazioni dell'Avv. Albero Marolda del 5.9.14.
Alla Procura della Repubblica di Agrigento
Alla Procura della Repubblica di Palermo
Alla Procura Regionale Siciliana – Corte dei Conti
All’ A.N.AC. ( Autorità Nazionale Anticorruzione)
All’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
Oggetto: Esposto – Denuncia relativo alla Discarica di Siculiana-Montallegro di proprietà del vice-presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro e del fratello Lorenzo e sulla gestione del ciclo dei rifiuti In provincia di Agrigento.
“Il progetto di ampliamento della discarica di Catanzaro è "fotocopia" di quella dei Proto, autorizzata nello stesso periodo, con le stesse procedure e dagli stessi funzionari e referenti politici. La Procura di Palermo che ha fatto l'indagine su Proto conosce la situazione di Siculiana...” .
Lo sostiene e lo ha riferito personalmente al sottoscritto, Aurelio Angelini, docente di Sociologia dell'Ambiente, Sociologia delle migrazioni, Ecologia dell'università degli studi di Palermo. Il Catanzaro in questione è il proprietario della mega discarica di Siculiana che è anch’essa sottoposta ad indagini, visto che è ancora in corso una delicata inchiesta che ha portato all’arresto di due suoi colleghi, Domenico Proto, titolare della Oikos spa, la ditta proprietaria del mega-impianto di contrada Tiritì-Valanghe d’inverno, a Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania ed i fratelli Calogero e Nicolò Sodano, responsabili della Soambiente di Agrigento.
Catanzaro e suo fratello Lorenzo sono proprietari di una delle poche discariche private superstiti rimaste aperte in Sicilia, quella di Siculiana - Montallegro, dopo il ciclone giudiziario che si è abbattuto sulle altre, quali quella del già citato Domenico Proto o degli agrigentini Sodano.
Se, come sostiene Aurelio Angelini, e ciò, come detto, ci consta personalmente, la discarica dei fratelli Catanzaro è una sorta di copia-incolla di quella di Motta Sant’Anastasia, come mai Domenico Proto è stato arrestato e la sua discarica sequestrata ed i fratelli Catanzaro no?
Anzi, il fratello più potente, il vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe, qualche settimana fa, mentre arrestavano il proprietario della megadiscarica di Motta Sant’Anastasia, suo amico e collega, Domenico Proto, chiedeva ed otteneva, con somma urgenza, la convocazione di un incontro istituzionale in Prefettura ad Agrigento per firmare un protocollo di legalità alla presenza, oltre che dei vertici delle Forze dell’Ordine agrigentine, addirittura anche del presidente del Tribunale di Agrigento, del tribunale cioè che lo sta indagando!
Questa grave situazione, da me segnalata anche al dott. Raffaele Cantone, responsabile dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, è davvero paradossale.
Un plurindagato cioè, ossia il vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro che chiede ed ottiene dal prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, la convocazione in Prefettura di un incontro pubblico sulla legalità, per firmare un protocollo d’intesa (denominato protocollo Dalla Chiesa), al fine di decidere, assieme al prefetto, quali sono le aziende che hanno le carte in regola per operare legalmente in provincia di Agrigento.
Siamo curiosi, a questo punto di verificare cosa hanno avuto da riferire alla Prefettura di Agrigento, in materia di rifiuti, i vertici di Confindustria Sicilia.
Tanti sono gli interrogativi a cui dovrebbe rispondere la Procura ed il Tribunale di Agrigento sul conto dei Catanzaro.
Perché proprio ora è stata convocata questa urgentissima riunione in Prefettura? Perché a presiederla c'era il vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, come detto, uno dei pochi proprietari di discariche private che ancora può, indisturbato, continuare a dare lezioni di legalità!
Come mai è stata avvertita la necessità di estendere l’invito anche a tutti i magistrati agrigentini?
E' stato forse deciso che il nostro Catanzaro è l’unico che si salva o che si vorrebbe salvare, assieme alla sua mega discarica di Siculiana?
Ecco tutte quante le illegittimità contestate al vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro ed a suo fratello Lorenzo, proprietari della mega discarica di Siculiana, contro i quali e' stato presentato un ricorso straordinario al presidente della regione siciliana dal comune di Montallegro.
Il sindaco del comune agrigentino dove ricade una porzione della megadiscarica dei Catanzaro, si è avvalso della consulenza tecnica del docente universitario Aurelio Angelini, uno dei maggiori esperti di questioni ambientali.
Il ricorso e' stato predisposto dall'avvocato Guido Gianferrara.
In altri termini, dal 2010, la discarica di Siculiana doveva essere chiusa, in quanto non prevista dal piano regionale dei rifiuti e perché ampliata illegittimamente, a seguita di un’erronea (falsa?) dichiarazione di Catanzaro Giuseppe (vicepresidente di Confindustrai Sicilia) e di suo fratello Lorenzo.
I due proprietari della mega-discarica di Siculiana, attestavano, nel 2009, invece, che tale discarica era prevista nel piano regionale dei rifiuti, al fine di ottenere, illegittimamente, lo ribadiamo, un ulteriore ampliamento, per ‘abbancare’, sotterrare cioè, i rifiuti dell’intera Sicilia.
Poi c'e' il capitolo riguardante il versamento della polizza fideiussoria.
In soldoni, il vicepresidente di Confindustria Sicilia, avrebbe dovuto versare, nel 2009, all'atto dell'ultimo enorme ed illegittimo ampliamento, 30 milioni di euro alla regione. In realtà ne ha versati soltanto 190 mila.
Il tutto in violazione di quanto previsto dalle vigenti leggi in relazione alla superficie impegnata, oltre 100 mila metri quadri e per i milioni di metri cubi di rifiuti sotterrati.
Inoltre è stata violata anche la norma definita opzione zero, ossia quella relativa alla previsione della raccolta differenziata che, nel 2012, nell'area interessata, l'Ato ag2, di cui fa parte anche la città di Agrigento ed altri 18 comuni, avrebbe dovuto essere di oltre il 60% ed in realtà è ancora inchiodata, nel 2014 al 7%.
Inoltre e' stata violata la norma che prevede che le discariche dovevano continuare ad essere pubbliche e non private e dovevano essere utilizzate soltanto all'interno dell'ambito territoriale dove ricadono. Messe a disposizione, cioè, soltanto, nel nostro caso dei 19 comuni agrigentini. I Catanzaro invece, grazie all'enorme ed illegittimo ampliamento della discarica, oltre ad servire i comuni dell'Ato ag2, hanno sotterrato i rifiuti dell’ intera Sicilia. Il tutto provocando gravissimi problemi ambientali ed alla salute della gente che vive nei comuni a ridosso della loro discarica privata; in modo particolare a Siculiana, Montallegro e Realmonte e via via tutti glia altri. Tali problemi sono stati causati dall'enorme dimensione della sua, lo ribadiamo, illegittima discarica privata e per l'esigua distanza dai centri abitati.
Alla presente allego il corposo ricorso straordinario al Presidente della Regione, presentato contro il vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, suo fratello Lorenzo ed altri, per conto del comune di Montallegro, dall'avvocato Guido Gianferrara su incarico del sindaco, Giuseppe Manzone , giusta deliberazione G.M. n. 33/2010 che, come detto si e' avvalso della collaborazione tecnica di uno dei maggiori esperti italiani di problematiche ambientali, il già citato docente universitario, Aurelio Angelini.
Allego inoltre la relazione tecnica del prof. Aurelio Angelini che, assieme all’avvocato Gianferrara, mette in chiara evidenza una lunga serie di illegittimità nella realizzazione e nei successivi ampliamenti della discarica di Siculiana.
Si tratta, come si potrà evincere, con assoluta evidenza, di una discarica, quella dei fratelli Catanzaro che, al limite, legalmente ( anche se doveva rimanere, per legge, in mani pubbliche e non essere una loro esclusiva proprietà) avrebbe dovuto soddisfare le esigenze di un bacino d’utenza di meno di 200 mila abitanti, quelli che risiedono cioè nei comuni che fanno parte dell’ATO rifiuti AG 2, di cui fa parte la città di Agrigento ed altri 18 comuni.
Dal 2007 ad oggi, i fratelli Catanzaro, originariamente gestori di una piccola discarica comunale, attraverso delle tendenziose azioni legali che hanno dato luogo a dei processi per associazione mafiosa a carico dell’ex sindaco di Siculiana, dell’allora capo dell’ufficio tecnico e del comandante dei vigili urbani, tutti quanti poi assolti con sentenza definitiva, è stata strappata al comune ed è diventata, illegittimamente, una proprietà privata del vicepresidente di Confindustria Sicilia e di suo fratello.
Impadronitisi di detta piccola discarica, in maniera che definire rocambolesca, a livello giudiziario, è poco, Giuseppe e Lorenzo Catanzaro, altrettanto illegittimamente (come potrete, tranquillamente appurare leggendo il ricorso presentato da Giuseppe Manzone, sindaco di Montallegro, comune parzialmente interessato all’ampliamento, anch’esso illegittimamente autorizzato nel 2009), hanno ampliato così a dismisura, la loro discarica, tanto da essere in grado, adesso, di sotterrare i rifiuti di tutta quanta la Sicilia!
E ciò grazie anche ai recenti sequestri operati dalle Autorità Giudiziarie, di altre discariche private come quella già citata di Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania.
Vogliano gli Organi Giudiziari valutare, a questo punto se, le illegittimità riscontrate nel ricorso presentato dall’avv. Guido Gianferrara, per conto del comune di Montallegro contro i Catanzaro costituiscono ben più gravi reati a livello penale e patrimoniale.
Ci riferiamo, oltre che agli eventuali reati ambientali commessi, agli altrettanto eventuali illeciti arricchimenti, per svariate centinaia di milioni di euro, da parte del vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro e di suo fratello Lorenzo, probabile frutto di una lunga serie di atti illeciti, compiuti dai pubblici funzionari contro i quali è stato presentato il già citato ricorso del presidente della Regione del comune di Montallegro, allegato alla presente lettera-esposto.
Tale accertamenti riteniamo che siano doverosi, oltre che per onorare il superiore interesse della Giustizia e della ricerca della Verità, anche per porre fine ad un’assai scandalosa gestione del ciclo dei rifiuti in Sicilia. Alla palese violazione delle leggi ambientali sono da aggiungere ulteriori violazioni, anch’esse da me denunciate a tutte quante le autorità giudiziarie e contabili.
Mi riferisco alla violazione in Sicilia, di tutte le norme, Regionali, Statali e dell’Unione Europea relative all’affidamento dei pubblici appalti, soprattutto proprio nel settore della gestione dei rifiuti.
Da almeno 7 anni a questa parte non si contano più infatti gli affidamenti diretti e le proroghe, per svariate centinaia di milioni di euro, assicurati, dal 2010 in poi dai commissari liquidatori degli ATO rifiuti, inviati dalla Regione Siciliana ed adesso anche dai sindaci, attraverso delle illegittime ordinanze.
Come ha evidenziato recentemente l’Antitrust, col suo presidente, l’avvocato e docente universitario, il palermitano Giovanni Petruzzella, nel bollettino dello scorso 18 agosto, ha sottolineato delle gravi irregolarità del perverso sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti che sono state già vagliate, per danni erariali e patrimoniali, anche dalla Corte dei Conti, oltre che dalla Commissione Parlamentare Nazionale sul ciclo dei rifiuti.
Ricordiamo che fu proprio la Commissione Parlamentare Bicamerale che indagava sul ciclo dei rifiuti, presieduta nel 2010 da Gaetano Pecorella che a proposito del caso Sicilia concluse che, quello siciliano è UN CASO UNICO DI DISFUNZIONE BEN ORGANIZZATA.
Ovviamente la regia dell’intera organizzazione è opera dei funzionari ed dei governi regionali che si sono succeduti da qualche decennio a questa parte, ed hanno consentito, impunemente la commissione delle numerose irregolarità ed illegittimità riscontrate da tutte quante le Autorità Regionali e Nazionali preposte al controllo di legalità, ci riferiamo a quella già citate: Corte dei Conti, Antitrust, AVCP, ossia l’Autorità di Vigilanza sugli Appalti Pubblici, adesso sostituita dall’Autorità Anticorruzione, presieduta dal magistrato Raffaele Canto, da me debitamente informata.
Vogliamo adesso chiosare questo mio esposto citando qualche passaggio del già citato BOLLETTINO del 18 agosto scorso dell’Antitrust, presieduta dal Petruzzella e cioè il N. 33 - 2014 con cui si comunicava il Provvedimento n. 25057 che prevede l’avvio di INDAGINI CONOSCITIVE relative al settore denominato IC49 - MERCATO DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI.
Ecco ciò che sostiene il Petruzzella: “Innanzitutto, si osserva l’esistenza di un ricorso significativo all’affidamento diretto anche in assenza dei requisiti in - house e una durata degli affidamenti nella maggior parte dei casi superiore a quella che sembra necessaria per recuperare gli investimenti, tali da scoraggiare lo sviluppo della concorrenza tra operatori e
favorire il consolidamento delle posizioni di mercato dei gestori incumbent. Affinché ciò si verifichi, tuttavia, è necessario, innanzitutto, che le procedure di aggiudicazione del servizio siano improntate ai principi concorrenziali.”
Così il sottoscritto ha colto l’occasione per inviare una significativa segnalazione, in data 22/08/2014, anche al Petruzzella, dopo quelle già inviate alla Procura della Repubblica di Agrigento, a quella di Palermo, alla Corte dei Conti ed al dott. Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.
Si tratta della segnalazione, acquisita al protocollo dell’Antitrust col n. W00045212 in cui ho evidenziato, come del resto ha avuto modo di sottolineare, a grandi linee, lo stesso Petruzzella che, in 19 comuni della provincia di Agrigento, compreso il mio, il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, oltre a costare il quadruplo della media nazionale è stato affidato dall'Ato rifiuti di Agrigento senza espletare gare d'appalto, dal 2007 ad oggi, per importi che ammontano ad oltre 300 milioni di euro.
Ho inoltre testualmente segnalato quanto segue:
‘in Sicilia, così come del resto ha fatto l' Ato Gesa Ag 2 di Agrigento, non si fanno più gare d'appalto, nel settore dei rifiuti, da qualche decennio, per favorire, illegittimamente, con costi esorbitanti che ormai ammontano a qualche miliardo di euro, sempre le stesse ditte, una delle quali, nell’Agrigentino, ed esattamente la SEAP, è di proprietà del compare d’anello del ministro dell’interno, Angelino Alfano.
Nel febbraio del 2011 io avevo denunciato, alla Procura della Repubblica di Agrigento, esattamente le stesse illegalità evidenziate ufficialmente dalla Corte dei Conti ed ora anche dall'Autorità Antitrust presieduta proprio dal Petruzzella.
Illegalità che hanno prodotto costi e tasse sui rifiuti che risultano, in valore assoluto, i più alti d’Italia, almeno il doppio della media nazionale.
Tanto per fare un esempio, se a Napoli, che fino a qualche anno fa, come abbiamo avuto modo di dire, era ritenuta la città dove si pagava la tassa sui rifiuti più cara d’Italia, si pagavano intorno a 450 euro l’anno per un’abitazione di 100 metri quadri, a fronte di una media nazionale di poco più di 200 euro, in taluni paesi, come il mio, Racalmuto, il paese che ha dato i natali al celebre scrittore Leonardo Sciascia, nell’anno 2013 ci siamo visti recapitare bollette che per un alloggio delle stesse dimensioni di Napoli, si aggirano attorno ai mille euro!
Più del doppio cioè, rispetto a Napoli, città più cara d’Italia.’
Con questa ennesima denuncia credo di non avere dimenticato di interpellare nessuna delle Autorità e degli Organi Istituzionali, compresa la Magistratura, ovviamente, quella penale e quella contabile, preposti a far rispettare le leggi in materia di servizi pubblici, quali la perversa gestione siciliana dei rifiuti.
Allego alla presente:
1. RICORSO STRAORDINARIO AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA nell’interesse del COMUNE DI MONTALLEGRO, in persona del legale rappresentante pro-tempore sig. Sindaco Dott. Giuseppe Manzone, rappresentato e difeso, giusta deliberazione G.M. n. 33/2010 dall’avv. Guido Gianferrara.
2. RELAZIONE TECNICA DEL prof. AURELIO ANGELINI relativa alla AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE IMPIANTO IPPC Vasca di discarica denominata “V 4” Sita in c.da Materano – Siculiana (Agrigento) della ditta Catanzaro Costruzioni s.r.l.
AGGIORNAMENTO DEL 08.09.2014
Alla Procura della Repubblica di Palermo
Alla Procura Regionale Siciliana – Corte dei Conti
All’ A.N.AC. ( Autorità Nazionale Anticorruzione)
All’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
Oggetto: Esposto – Denuncia relativo alla Discarica di Siculiana-Montallegro di proprietà del vice-presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro e del fratello Lorenzo e sulla gestione del ciclo dei rifiuti In provincia di Agrigento.
“Il progetto di ampliamento della discarica di Catanzaro è "fotocopia" di quella dei Proto, autorizzata nello stesso periodo, con le stesse procedure e dagli stessi funzionari e referenti politici. La Procura di Palermo che ha fatto l'indagine su Proto conosce la situazione di Siculiana...” .
Lo sostiene e lo ha riferito personalmente al sottoscritto, Aurelio Angelini, docente di Sociologia dell'Ambiente, Sociologia delle migrazioni, Ecologia dell'università degli studi di Palermo. Il Catanzaro in questione è il proprietario della mega discarica di Siculiana che è anch’essa sottoposta ad indagini, visto che è ancora in corso una delicata inchiesta che ha portato all’arresto di due suoi colleghi, Domenico Proto, titolare della Oikos spa, la ditta proprietaria del mega-impianto di contrada Tiritì-Valanghe d’inverno, a Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania ed i fratelli Calogero e Nicolò Sodano, responsabili della Soambiente di Agrigento.
Catanzaro e suo fratello Lorenzo sono proprietari di una delle poche discariche private superstiti rimaste aperte in Sicilia, quella di Siculiana - Montallegro, dopo il ciclone giudiziario che si è abbattuto sulle altre, quali quella del già citato Domenico Proto o degli agrigentini Sodano.
Se, come sostiene Aurelio Angelini, e ciò, come detto, ci consta personalmente, la discarica dei fratelli Catanzaro è una sorta di copia-incolla di quella di Motta Sant’Anastasia, come mai Domenico Proto è stato arrestato e la sua discarica sequestrata ed i fratelli Catanzaro no?
Anzi, il fratello più potente, il vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe, qualche settimana fa, mentre arrestavano il proprietario della megadiscarica di Motta Sant’Anastasia, suo amico e collega, Domenico Proto, chiedeva ed otteneva, con somma urgenza, la convocazione di un incontro istituzionale in Prefettura ad Agrigento per firmare un protocollo di legalità alla presenza, oltre che dei vertici delle Forze dell’Ordine agrigentine, addirittura anche del presidente del Tribunale di Agrigento, del tribunale cioè che lo sta indagando!
Questa grave situazione, da me segnalata anche al dott. Raffaele Cantone, responsabile dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, è davvero paradossale.
Un plurindagato cioè, ossia il vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro che chiede ed ottiene dal prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, la convocazione in Prefettura di un incontro pubblico sulla legalità, per firmare un protocollo d’intesa (denominato protocollo Dalla Chiesa), al fine di decidere, assieme al prefetto, quali sono le aziende che hanno le carte in regola per operare legalmente in provincia di Agrigento.
Siamo curiosi, a questo punto di verificare cosa hanno avuto da riferire alla Prefettura di Agrigento, in materia di rifiuti, i vertici di Confindustria Sicilia.
Tanti sono gli interrogativi a cui dovrebbe rispondere la Procura ed il Tribunale di Agrigento sul conto dei Catanzaro.
Perché proprio ora è stata convocata questa urgentissima riunione in Prefettura? Perché a presiederla c'era il vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, come detto, uno dei pochi proprietari di discariche private che ancora può, indisturbato, continuare a dare lezioni di legalità!
Come mai è stata avvertita la necessità di estendere l’invito anche a tutti i magistrati agrigentini?
E' stato forse deciso che il nostro Catanzaro è l’unico che si salva o che si vorrebbe salvare, assieme alla sua mega discarica di Siculiana?
Ecco tutte quante le illegittimità contestate al vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro ed a suo fratello Lorenzo, proprietari della mega discarica di Siculiana, contro i quali e' stato presentato un ricorso straordinario al presidente della regione siciliana dal comune di Montallegro.
Il sindaco del comune agrigentino dove ricade una porzione della megadiscarica dei Catanzaro, si è avvalso della consulenza tecnica del docente universitario Aurelio Angelini, uno dei maggiori esperti di questioni ambientali.
Il ricorso e' stato predisposto dall'avvocato Guido Gianferrara.
In altri termini, dal 2010, la discarica di Siculiana doveva essere chiusa, in quanto non prevista dal piano regionale dei rifiuti e perché ampliata illegittimamente, a seguita di un’erronea (falsa?) dichiarazione di Catanzaro Giuseppe (vicepresidente di Confindustrai Sicilia) e di suo fratello Lorenzo.
I due proprietari della mega-discarica di Siculiana, attestavano, nel 2009, invece, che tale discarica era prevista nel piano regionale dei rifiuti, al fine di ottenere, illegittimamente, lo ribadiamo, un ulteriore ampliamento, per ‘abbancare’, sotterrare cioè, i rifiuti dell’intera Sicilia.
Poi c'e' il capitolo riguardante il versamento della polizza fideiussoria.
In soldoni, il vicepresidente di Confindustria Sicilia, avrebbe dovuto versare, nel 2009, all'atto dell'ultimo enorme ed illegittimo ampliamento, 30 milioni di euro alla regione. In realtà ne ha versati soltanto 190 mila.
Il tutto in violazione di quanto previsto dalle vigenti leggi in relazione alla superficie impegnata, oltre 100 mila metri quadri e per i milioni di metri cubi di rifiuti sotterrati.
Inoltre è stata violata anche la norma definita opzione zero, ossia quella relativa alla previsione della raccolta differenziata che, nel 2012, nell'area interessata, l'Ato ag2, di cui fa parte anche la città di Agrigento ed altri 18 comuni, avrebbe dovuto essere di oltre il 60% ed in realtà è ancora inchiodata, nel 2014 al 7%.
Inoltre e' stata violata la norma che prevede che le discariche dovevano continuare ad essere pubbliche e non private e dovevano essere utilizzate soltanto all'interno dell'ambito territoriale dove ricadono. Messe a disposizione, cioè, soltanto, nel nostro caso dei 19 comuni agrigentini. I Catanzaro invece, grazie all'enorme ed illegittimo ampliamento della discarica, oltre ad servire i comuni dell'Ato ag2, hanno sotterrato i rifiuti dell’ intera Sicilia. Il tutto provocando gravissimi problemi ambientali ed alla salute della gente che vive nei comuni a ridosso della loro discarica privata; in modo particolare a Siculiana, Montallegro e Realmonte e via via tutti glia altri. Tali problemi sono stati causati dall'enorme dimensione della sua, lo ribadiamo, illegittima discarica privata e per l'esigua distanza dai centri abitati.
Alla presente allego il corposo ricorso straordinario al Presidente della Regione, presentato contro il vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, suo fratello Lorenzo ed altri, per conto del comune di Montallegro, dall'avvocato Guido Gianferrara su incarico del sindaco, Giuseppe Manzone , giusta deliberazione G.M. n. 33/2010 che, come detto si e' avvalso della collaborazione tecnica di uno dei maggiori esperti italiani di problematiche ambientali, il già citato docente universitario, Aurelio Angelini.
Allego inoltre la relazione tecnica del prof. Aurelio Angelini che, assieme all’avvocato Gianferrara, mette in chiara evidenza una lunga serie di illegittimità nella realizzazione e nei successivi ampliamenti della discarica di Siculiana.
Si tratta, come si potrà evincere, con assoluta evidenza, di una discarica, quella dei fratelli Catanzaro che, al limite, legalmente ( anche se doveva rimanere, per legge, in mani pubbliche e non essere una loro esclusiva proprietà) avrebbe dovuto soddisfare le esigenze di un bacino d’utenza di meno di 200 mila abitanti, quelli che risiedono cioè nei comuni che fanno parte dell’ATO rifiuti AG 2, di cui fa parte la città di Agrigento ed altri 18 comuni.
Dal 2007 ad oggi, i fratelli Catanzaro, originariamente gestori di una piccola discarica comunale, attraverso delle tendenziose azioni legali che hanno dato luogo a dei processi per associazione mafiosa a carico dell’ex sindaco di Siculiana, dell’allora capo dell’ufficio tecnico e del comandante dei vigili urbani, tutti quanti poi assolti con sentenza definitiva, è stata strappata al comune ed è diventata, illegittimamente, una proprietà privata del vicepresidente di Confindustria Sicilia e di suo fratello.
Impadronitisi di detta piccola discarica, in maniera che definire rocambolesca, a livello giudiziario, è poco, Giuseppe e Lorenzo Catanzaro, altrettanto illegittimamente (come potrete, tranquillamente appurare leggendo il ricorso presentato da Giuseppe Manzone, sindaco di Montallegro, comune parzialmente interessato all’ampliamento, anch’esso illegittimamente autorizzato nel 2009), hanno ampliato così a dismisura, la loro discarica, tanto da essere in grado, adesso, di sotterrare i rifiuti di tutta quanta la Sicilia!
E ciò grazie anche ai recenti sequestri operati dalle Autorità Giudiziarie, di altre discariche private come quella già citata di Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania.
Vogliano gli Organi Giudiziari valutare, a questo punto se, le illegittimità riscontrate nel ricorso presentato dall’avv. Guido Gianferrara, per conto del comune di Montallegro contro i Catanzaro costituiscono ben più gravi reati a livello penale e patrimoniale.
Ci riferiamo, oltre che agli eventuali reati ambientali commessi, agli altrettanto eventuali illeciti arricchimenti, per svariate centinaia di milioni di euro, da parte del vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro e di suo fratello Lorenzo, probabile frutto di una lunga serie di atti illeciti, compiuti dai pubblici funzionari contro i quali è stato presentato il già citato ricorso del presidente della Regione del comune di Montallegro, allegato alla presente lettera-esposto.
Tale accertamenti riteniamo che siano doverosi, oltre che per onorare il superiore interesse della Giustizia e della ricerca della Verità, anche per porre fine ad un’assai scandalosa gestione del ciclo dei rifiuti in Sicilia. Alla palese violazione delle leggi ambientali sono da aggiungere ulteriori violazioni, anch’esse da me denunciate a tutte quante le autorità giudiziarie e contabili.
Mi riferisco alla violazione in Sicilia, di tutte le norme, Regionali, Statali e dell’Unione Europea relative all’affidamento dei pubblici appalti, soprattutto proprio nel settore della gestione dei rifiuti.
Da almeno 7 anni a questa parte non si contano più infatti gli affidamenti diretti e le proroghe, per svariate centinaia di milioni di euro, assicurati, dal 2010 in poi dai commissari liquidatori degli ATO rifiuti, inviati dalla Regione Siciliana ed adesso anche dai sindaci, attraverso delle illegittime ordinanze.
Come ha evidenziato recentemente l’Antitrust, col suo presidente, l’avvocato e docente universitario, il palermitano Giovanni Petruzzella, nel bollettino dello scorso 18 agosto, ha sottolineato delle gravi irregolarità del perverso sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti che sono state già vagliate, per danni erariali e patrimoniali, anche dalla Corte dei Conti, oltre che dalla Commissione Parlamentare Nazionale sul ciclo dei rifiuti.
Ricordiamo che fu proprio la Commissione Parlamentare Bicamerale che indagava sul ciclo dei rifiuti, presieduta nel 2010 da Gaetano Pecorella che a proposito del caso Sicilia concluse che, quello siciliano è UN CASO UNICO DI DISFUNZIONE BEN ORGANIZZATA.
Ovviamente la regia dell’intera organizzazione è opera dei funzionari ed dei governi regionali che si sono succeduti da qualche decennio a questa parte, ed hanno consentito, impunemente la commissione delle numerose irregolarità ed illegittimità riscontrate da tutte quante le Autorità Regionali e Nazionali preposte al controllo di legalità, ci riferiamo a quella già citate: Corte dei Conti, Antitrust, AVCP, ossia l’Autorità di Vigilanza sugli Appalti Pubblici, adesso sostituita dall’Autorità Anticorruzione, presieduta dal magistrato Raffaele Canto, da me debitamente informata.
Vogliamo adesso chiosare questo mio esposto citando qualche passaggio del già citato BOLLETTINO del 18 agosto scorso dell’Antitrust, presieduta dal Petruzzella e cioè il N. 33 - 2014 con cui si comunicava il Provvedimento n. 25057 che prevede l’avvio di INDAGINI CONOSCITIVE relative al settore denominato IC49 - MERCATO DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI.
Ecco ciò che sostiene il Petruzzella: “Innanzitutto, si osserva l’esistenza di un ricorso significativo all’affidamento diretto anche in assenza dei requisiti in - house e una durata degli affidamenti nella maggior parte dei casi superiore a quella che sembra necessaria per recuperare gli investimenti, tali da scoraggiare lo sviluppo della concorrenza tra operatori e
favorire il consolidamento delle posizioni di mercato dei gestori incumbent. Affinché ciò si verifichi, tuttavia, è necessario, innanzitutto, che le procedure di aggiudicazione del servizio siano improntate ai principi concorrenziali.”
Così il sottoscritto ha colto l’occasione per inviare una significativa segnalazione, in data 22/08/2014, anche al Petruzzella, dopo quelle già inviate alla Procura della Repubblica di Agrigento, a quella di Palermo, alla Corte dei Conti ed al dott. Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.
Si tratta della segnalazione, acquisita al protocollo dell’Antitrust col n. W00045212 in cui ho evidenziato, come del resto ha avuto modo di sottolineare, a grandi linee, lo stesso Petruzzella che, in 19 comuni della provincia di Agrigento, compreso il mio, il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, oltre a costare il quadruplo della media nazionale è stato affidato dall'Ato rifiuti di Agrigento senza espletare gare d'appalto, dal 2007 ad oggi, per importi che ammontano ad oltre 300 milioni di euro.
Ho inoltre testualmente segnalato quanto segue:
‘in Sicilia, così come del resto ha fatto l' Ato Gesa Ag 2 di Agrigento, non si fanno più gare d'appalto, nel settore dei rifiuti, da qualche decennio, per favorire, illegittimamente, con costi esorbitanti che ormai ammontano a qualche miliardo di euro, sempre le stesse ditte, una delle quali, nell’Agrigentino, ed esattamente la SEAP, è di proprietà del compare d’anello del ministro dell’interno, Angelino Alfano.
Nel febbraio del 2011 io avevo denunciato, alla Procura della Repubblica di Agrigento, esattamente le stesse illegalità evidenziate ufficialmente dalla Corte dei Conti ed ora anche dall'Autorità Antitrust presieduta proprio dal Petruzzella.
Illegalità che hanno prodotto costi e tasse sui rifiuti che risultano, in valore assoluto, i più alti d’Italia, almeno il doppio della media nazionale.
Tanto per fare un esempio, se a Napoli, che fino a qualche anno fa, come abbiamo avuto modo di dire, era ritenuta la città dove si pagava la tassa sui rifiuti più cara d’Italia, si pagavano intorno a 450 euro l’anno per un’abitazione di 100 metri quadri, a fronte di una media nazionale di poco più di 200 euro, in taluni paesi, come il mio, Racalmuto, il paese che ha dato i natali al celebre scrittore Leonardo Sciascia, nell’anno 2013 ci siamo visti recapitare bollette che per un alloggio delle stesse dimensioni di Napoli, si aggirano attorno ai mille euro!
Più del doppio cioè, rispetto a Napoli, città più cara d’Italia.’
Con questa ennesima denuncia credo di non avere dimenticato di interpellare nessuna delle Autorità e degli Organi Istituzionali, compresa la Magistratura, ovviamente, quella penale e quella contabile, preposti a far rispettare le leggi in materia di servizi pubblici, quali la perversa gestione siciliana dei rifiuti.
Allego alla presente:
1. RICORSO STRAORDINARIO AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA nell’interesse del COMUNE DI MONTALLEGRO, in persona del legale rappresentante pro-tempore sig. Sindaco Dott. Giuseppe Manzone, rappresentato e difeso, giusta deliberazione G.M. n. 33/2010 dall’avv. Guido Gianferrara.
2. RELAZIONE TECNICA DEL prof. AURELIO ANGELINI relativa alla AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE IMPIANTO IPPC Vasca di discarica denominata “V 4” Sita in c.da Materano – Siculiana (Agrigento) della ditta Catanzaro Costruzioni s.r.l.
AGGIORNAMENTO DEL 08.09.2014
“Con riferimento agli articoli pubblicati sul presente sito, contenenti le dichiarazioni rese dal Sig. Salvatore Petrotto, ex sindaco del Comune di Racalmuto, con particolare riguardo a quelle pubblicate in data 31 agosto 2014, riguardanti la Catanzaro Costruzioni S.r.l., nonché i Sigg. Catanzaro, miei assistiti, contesto recisamente la veridicità delle affermazioni e la fondatezza dei fatti in esso riferiti. Al riguardo, informo che, a seguito della pubblicazione di precedenti pezzi a firma del medesimo Sig. Petrotto, di analogo tenore, è stata interessata la competente Autorità Giudiziaria, con l’introduzione innanzi al Tribunale civile di Agrigento di apposita azione (con udienza già fissata per il prossimo 4 novembre 2014), anche nei confronti del Sig. Salvatore Petrotto, finalizzata a far valere la responsabilità da fatto illecito ex art. 2043 cod. civ. per la lesione della reputazione dei miei assistiti.
Tutte le somme ricavate dalla azione risarcitoria saranno devolute per finalità assistenziali e di beneficenza”.
Distinti saluti
Avv. Alberto Marolda
Grazie anticipatamente a chi volesse interessarsi delle due questioni di sempre, acqua e rifiuti, che assillano i Siciliani da parecchio tempo, lo ripeto, a causa delle illegalità da me denunciate ai vari organi giudiziari e di controllo e che hanno causato il lievitare delle relative tasse che ci costano il quadruplo rispetto alla media nazionale, in molti posti della Sicilia ed almeno il doppio in altri. La gente è esasperata e costretta, non potendo pagare, a vedersi pignorare di tutto e di più. Mentre i comuni, con circa due miliardi di euro di debiti, i cui creditori, sono proprio questi delinquenti delle varie lobby dei rifiuti, sono stati trascinati tutti quanti verso il dissesto finanziario ed il fallimento.
RispondiEliminaIn risposta alla nota dell'avvocato dei fratelli Catanzaro, Alberto Marolda, vi rassegno questa breve nota con preghiera di pubblicarla.
RispondiEliminaGrazie anticipatamente.
Il triste destino della nostra Terra, purtroppo, dipende anche da una gestione dei servizi pubblici essenziali, quali l'acqua ed i rifiuti, diventati soltanto un affare privato di alcuni, senza tenere conto delle leggi ambientali e di quelle sugli appalti.
Dopo ciò che è successo a Siculiana, con la triste e tormentata nota vicenda giudiziaria che si è snodata attorno alla mega discarica dei fratelli Catanzaro per qualcuno, come sosteneva Alessandro Manzoni ne I PROMESSI SPOSI “il coraggio uno non se lo può dare... la sua mente è tarata su un metro soltanto, quello della pelle da salvare.”
Con me ci hanno provato da sempre, ad intimidirmi; oggi soltanto a colpi di querele, fortunatamente.
In passato ho subito di peggio, persino una mostruosa operazione fango, assai simile, se non peggio a quella che è stata riservata all'ex sindaco di Siculiana, Giuseppe Sinaguglia , allorquando, assieme ai suoi funzionari hanno tentato di contrastare la creazione di una mega discarica privata, quella dei Catanzaro,appunto, rilevando una lunga serie di abusi ed illegittimità, commessi che sono loro costati un lungo processo per mafia, finito con una tardiva assoluzione ampia e definitiva che non ha comunque impedito di far sciogliere per infiltrazioni mafiose e commissariare il comune di Siculiana.
Forse vi sto semplicemente ricordando, in maniera pleonastica, ciò che tutti quanti a Siculiana e dintorni sanno ed hanno capito benissimo.
La stessa cosa, grosso modo, è capitata a me.
Io con le mie denunce pubbliche e con quelle inoltrate alle varie autorità giudiziarie e di controllo dei pubblici servizi, non credo di avere offeso i signori Catanzaro.
A questo punto, basterebbe solo citare il recente articolo pubblicato dal giornale LA REPUBBLICA del 3 settembre scorso, a firma Aurelio Angelini, il cui titolo è assai emblematico: LA DITTATURA DELLE DISCARICHE IN SICILIA.
Aurelio Angelini è quel professore universitario che ha redatto la relazione tecnica allegata al ricorso presentato nel 2010 dal comune di Montallegro in cui si rilevavano tutta una serie di illegittimità che io ho trasmesso alle Autorità Giudiziarie.
I Catanzaro conoscono bene quanto contenuto in quello che adesso è diventato un corposo dossier, di cui si stanno occupando l'Autorità Nazionale Anticorruzione, l'Antitrust, un paio di Procure, oltre che alcuni gruppi parlamentari di Camera e Senato.
Sono stato da sempre pronto a pagare il prezzo della libertà e del coraggio civile, anche quando ho deciso di presentare la mia prima denuncia alla Procura della Repubblica di Agrigento, nel febbraio del 2011, contro queste , per lo meno, illegittime, ed in alcuni casi illegali gestioni; come ha dimostrato la Magistratura a proposito dei recenti arresti di Domenico Proto e dei fratelli Sodano e del funzionario regionale che istruiva proprie le pratiche relative anche alla discarica dei Catanzaro.
Questa nostra terra non può e non deve continuare ad essere saccheggiata e calpestata impunemente, fintanto che ci sarà qualcuno che dimostrerà di non essere come avrebbe chiosato sempre l'impareggiabile Alessandro Manzoni 'brocca di terracotta in mezzo a dei vasi di ferro'.
Mi rendo conto di avere sfidato i massimi sistemi che, purtroppo, in Sicilia sono abbarbicati tra l'acqua, i rifiuti e l'energia.
Ma che ci posso fare, è più forte di me !
Quest ingiustizie gridano Giustizia, Giustizia, Giustizia, con la G maiuscola!
Discarica di Siculiana: presentato atto ispettivo ai Ministri dell’Ambiente e dell’Interno
RispondiEliminaTra società partecipate in liquidazione, indagini penali, arresti per legami con la mafia e continue emergenze, in Sicilia il problema dello smaltimento dei rifiuti e della gestione delle discariche è oggi una vera e propria piaga sociale da cui i rappresentanti istituzionali regionali non riescono ad uscire. Alla luce delle notizie apprese dagli organi di stampa, rafforzate da un’indagine conoscitiva sul mercato della gestione dei rifiuti solidi urbani sul territorio nazionale avviata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato e motivata da una serie di importanti ed allarmanti considerazioni, contenute nel provvedimento n. 25057 del 1° agosto 2014, abbiamo presentato ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e dell’interno un atto di sindacato ispettivo per sapere: se non intendano avviare, per quanto di loro competenza, un’indagine amministrativa sul funzionamento degli uffici e sulle procedure seguite per il rilascio delle A.I.A. e delle V.I.A per la realizzazione della discarica V4 di proprietà della Catanzaro S.r.l., verificando se il sovradimensionamento e le attività di abbancamento rispettino le norme ed i criteri di concorrenza tra operatori; se non ritengano che gli affidamenti diretti alla discarica di Siculiana, da parte di enti locali in stato di emergenza e al di fuori dell’ATO AG2, siano frutto di una posizione di vantaggio o privilegio, tale da ostacolare l’affermazione delle discariche concorrenti, o limitare in qualche modo il servizio di raccolta differenziata ed il funzionamento degli impianti collegati; se siano a conoscenza dei dati emersi dall’indagine conoscitiva riguardante il settore della gestione dei rifiuti solidi urbani avviata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato e le quali azioni nell’ambito delle proprie competenze intendano portare avanti per porre fine a “monopoli naturali” da parte dei proprietari di discariche presenti su tutto il territorio nazionale, che di fatto rendono di difficile gestione lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani attraverso il sistema di raccolta differenziata. http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=801185
senato.it - Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02656
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