Siculiana, cittadini al Consiglio comunale: "Non vogliamo diventare la nuova Lampedusa"

Un documento che raccoglie lamentele, paure e criticità del paese, da presentare a tutti gli organi competenti, dal prefetto al ministro dell'Interno. E' quanto deciso ieri sera al termine del Consiglio comunale aperto alla cittadinanza del Comune di Siculiana.
L'assise cittadina, che per motivi di spazio si è tenuta al Centro sociale del paese, ha visto la partecipazione di numerosi siculianesi, stanchi e impauriti delle condizioni del paese in seguito all'apertura del centro d'accoglienza per migranti nell'ex hotel "Villa Sikania". Interventi pieni di rabbia e di paura, scanditi da proposte da presentare alle autorità competenti, per scongiurare principalmente il contagio da malattie infettive, di cui tanto si è sentito parlare nelle ultime settimane.

"I nostri bambini non giocano più nelle villette, – hanno detto alcuni genitori, intervenendo al Consiglio comunale – abbiamo paura di stare nei parchi e di sederci nelle panchine. Non siamo razzisti, siamo solo impauriti da questa situazione". "State sereni, neanche noi vogliamo che Siculiana diventi la nuova Lampedusa" ha risposto il sindaco, Mariella Bruno.

La principale proposta nata dall'incontro di ieri è quella di chiedere la riduzione del numero di migranti da ospitare a "Villa Sikania", ma anche l'istituzione di una zona franca e di fondi compensativi per abitanti e territorio di Siculiana. Dopodiché è stata proposta anche un'azione legale dinnanzi il Tribunale amministrativo regionale, per impugnare l'autorizzazione concessa ai titolari della struttura di accoglienza "perché – spiegavano i consiglieri comunali di Siculiana – in contrasto con l'indirizzo turistico programmato dall'Amministrazione comunale".

Una riunione che ha visto momento "accesi" e carichi di rabbia, ma anche di critica contro l'Amministrazione comunale per l'immobilismo dinnanzi al problema dell'immigrazione e a quello di una nuova discarica che sta aprendo i battenti a poche centinaia di metri dal centro abitato. "Dopo essere stati conosciuti come paese dell'immondizia, adesso saremo anche il paese dei migranti. E intanto l'economia muore" urlava un cittadino intervenuto al Consiglio.

L'assise si è poi conclusa con la votazione e la successiva approvazione del documento.

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