Apprendere dai giornali la notizia che un rinomato albergo agrigentino, ha dato la disponibilità alla Prefettura per ospitare migranti clandestini, sia la conferma del fallimento della politica nella nostra Provincia e la testimonianza dell’incapacità della nostra classe dirigente a programmare e gestire lo sviluppo turistico, economico e sociale del nostro territorio.
Vedere qualificate strutture ricettive, situate a pochi chilometri dalla Valle dei templi, da spiagge incontaminate e da un entroterra ricco di storia e di pregiate tradizioni, costrette a gettare la spugna e a disconoscere la vocazione turistica della nostra terra, vuol dire che il momento è drammatico e preoccupante. Il silenzio tombale della nostra classe dirigente sull’argomento, l’assenza di una voce spesa ad analizzare le cause che testimoniano la morte del turismo nella nostra provincia dimostrano che la rassegnazione ha preso il sopravvento rispetto a qualsivolglia tentativo di rinascita e rilancio dell’economia.
Giusto per fare chiarezza e sgombrare il campo da strumentali e superficiali considerazioni, ritengo che il calore della solidarietà e dell’accoglienza non debba mancare a favore di questi poveri migranti che andrebbero ospitati nelle numerose strutture pubbliche non utilizzate o dimesse presenti nel nostro territorio.
Non condivido il fatto che strutture ricettive sorte e deputate a dare ospitalità al turista, o meglio al visitatore, vengano sottratte a tale specifica funzione economica e sociale.
Se l’Europa non si farà carico delle problematiche connesse allo sbarco di miglia di clandestini nelle nostre coste, riconoscendo che trattasi di un fenomeno a livello europeo e che come tale deve essere affrontato e portato a soluzione, la nostra Sicilia diventerà una grande Lampedusa.
Leonardo Lauricella
Vedere qualificate strutture ricettive, situate a pochi chilometri dalla Valle dei templi, da spiagge incontaminate e da un entroterra ricco di storia e di pregiate tradizioni, costrette a gettare la spugna e a disconoscere la vocazione turistica della nostra terra, vuol dire che il momento è drammatico e preoccupante. Il silenzio tombale della nostra classe dirigente sull’argomento, l’assenza di una voce spesa ad analizzare le cause che testimoniano la morte del turismo nella nostra provincia dimostrano che la rassegnazione ha preso il sopravvento rispetto a qualsivolglia tentativo di rinascita e rilancio dell’economia.
Giusto per fare chiarezza e sgombrare il campo da strumentali e superficiali considerazioni, ritengo che il calore della solidarietà e dell’accoglienza non debba mancare a favore di questi poveri migranti che andrebbero ospitati nelle numerose strutture pubbliche non utilizzate o dimesse presenti nel nostro territorio.
Non condivido il fatto che strutture ricettive sorte e deputate a dare ospitalità al turista, o meglio al visitatore, vengano sottratte a tale specifica funzione economica e sociale.
Se l’Europa non si farà carico delle problematiche connesse allo sbarco di miglia di clandestini nelle nostre coste, riconoscendo che trattasi di un fenomeno a livello europeo e che come tale deve essere affrontato e portato a soluzione, la nostra Sicilia diventerà una grande Lampedusa.
Leonardo Lauricella
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