PALERMO - Lo scontro adesso è frontale. Durissimo. Dopo la querela preannunciata da Giuseppe Catanzaro nei confronti dell'assessore Marino, “reo” di aver espresso dichiarazioni “calunniose” nei confronti del numero due di Confindustria Sicilia, non s'è fatta attendere la nuova risposta dell'assessore all'Energia. E i contenuti della replica sono pesantissimi.
“Ritengo che la tracotanza assunta da gestori privati di discariche, - dice Marino - non esercenti una mera attività di impresa, ma concessionari di un servizio pubblico, spesso in regime di monopolio nei territori di pertinenza, abbia superato ogni limite, che questa Amministrazione, a differenza del passato, non è disponibile ad accettare”.
Lo strappo insomma è di quelli seri. Anche perché Marino sposta la querelle da un piano puramente personale a quello di uno scontro tra amministrazione e “concessionari di servizio pubblico”. Già pochi giorni fa, Marino, durante un incontro ad Agrigento, riferendosi alla discarica di Siculiana, gestita anche dalla società di Catanzaro, definì poco chiare "le origini della disponibilità dei terreni con la conseguente gestione privata". Sollevando dubbi anche sull'aggiudicazione della gara.
Frasi che avevano spinto Catanzaro ad accantonare per un attimo il “rispetto verso le Istituzioni che oggi rappresenta e verso il suo passato di magistrato”, motivazioni che l'avevano spinto a non replicare “alle gravi e ripetute affermazioni dell'Assessore Marino” e ad annunciare una querela all'ex pm.
Ma Marino non si è scomposto più di tanto. E oggi ha rilanciato. Con toni davvero duri.“Certamente ogni cittadino della Repubblica che si dolga della lesione di suoi diritti, e quindi anche il signor Catanzaro, può ben adire le vie giudiziarie – concede il magistrato scelto da Crocetta come assessore all'Energia -. Tutto questo non mi preoccupa, né mi turba. Certamente non posso accettare lezioni di legalità o altro – secondo quello che riportano organi di informazione - da parte del signor Catanzaro”.
A questo punto, Marino comincia a scartabellare un mini-dossier su Catanzaro: “Questa Amministrazione è ben a conoscenza che nel lontano 1995 la Catanzaro Costruzioni s.r.l. ebbe ad aggiudicarsi il servizio per la gestione della discarica di Siculiana in associazione temporamea di imprese con la Forni ed Impianti industriali Ing. De Bartolomeis S.p.a. di Milano (l'unica in possesso dei requisiti per la partecipazione alla gara), questa ultima coinvolta successivamente (in grassetto e sottolineato nel testo di Marino, ndr) nell'inchiesta “Trash” della DDA di Palermo, per vicende connesse alla turbativa d'asta in gare per discariche, depuratori ed altri impianti di smaltimento, inchiesta culminata finanche nell'arresto del suo direttore generale, Massimo Tronci, per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, risultato in rapporti di affari con Riina Salvatore, Buscemi Antonio, Lipari Giuseppe, Virga Vincenzo, Nania Filippo, Brusca Giovanni e Siino Angelo”.
Ma non solo. Oltre a Cosa Nostra ecco affacciarsi, nella nota di Marino, persino un riferimento alla controversa questione dei termovalorizzatori in Sicilia. “Questa Amministrazione – prosegue infatti Marino - è ben a conoscenza della partecipazione della Catanzaro Costruzioni S.r.l. alla gara dei Termovalorizzatori nella quale, come sottolinea il T.A.R. Palermo nelle sentenze del 7/30 maggio 2013 nn. 1197/2013, 1199/2013, 1193/2013: “... nel caso concreto, (che) l'intera procedura è stata condizionata ab origine, da un illegittimo accordo tra le imprese partecipanti per la spartizione territoriale del servizio e per la formulazione di offerte dai contenuti certamente pilotati e non frutto di libere valutazioni di carattere imprenditoriale. In un contesto del genere, qualsiasi prospettiva di libera concorrenza è, di per sé inesistente o fortemente vanificata, con il risultato che l'amministrazione pubblica non può accollare sulle sue spalle, e, giocoforza, su quelle dei contribuenti, la spesa necessaria per lo svolgimento di un servizio di fondamentale importanza per la collettività.....” - “... è, con tutta evidenza, il frutto non solo di un sicuro scambio di informazioni, ma addirittura di una preparazione a tavolino del concreto contenuto delle singole offerte, limato al punto tale da non lasciare scoperto neanche uno dei 25 ATO presente sul territorio, evitando, al contempo, l'intersezione delle offerte medesime....”.
Il fuoco alle polveri delle polemiche tra Marino e Catanzaro fu acceso nel luglio scorso. In quell'occasione, lo scontro era sorto sulla richiesta da parte del governo di commissariamento per l'impiantistica dei rifiuti. Una richiesta contro la quale si era pronunciata non solo Confindustria, ma anche Legambiente. Le due organizzazioni avevano fatto notare che proprio con le gestioni commissariali, il sistema rifiuti in Sicilia aveva collezionato disastri.
Marino allora non gradì, accusando i confindustriali di preferire le vecchie discariche e tirando in ballo gli interessi economici nel settore del numero due dell'associazione degli industriali, Catanzaro appunto. Una polemica che viene ricordata anche oggi, nella dura nota dell'assessore: “Questa Amministrazione – ricorda infatti Marino - è ben a conoscenza che grazie allo stato di 'emergenza', tanto criticato dal signor Catanzaro nella missiva inviata lo scorso mese di maggio al Senato della Repubblica in occasione della conversione in legge del decreto Monti (che sanciva l'Emergenza nella città di Palermo sull'intero ciclo dei rifiuti e limitatamente all'impiantistica per il resto del territorio siciliano), lo stesso Gruppo Catanzaro ebbe affidato nel 2002, con Ordinanza Prefettizia, quindi in regime di emergenza, la realizzazione dell'ampliamento e la gestione della discarica di Siculiana, “senza sottostare per l'assegnazione dei lavori ad alcuna procedura di pubblica evidenza”, come sottolineato dal Giudice per le indagini preliminari di Agrigento”.
E dopo aver “avvertito” i privati gestori degli impianti di discarico, spesso protagonisti di condizioni “di oligopolio se non di monopolio nel settore”, del fatto che verrà considerata come “interruzione di pubblico servizio” la chiusura delle discariche ai Comuni inadempienti, Marino lancia l'ultima stoccata:“Chiuderemo presto con il passato e non accadrà più che l'amministrazione della cosa pubblica in Sicilia determini condizioni di oligopolio o monopolio privato nel “pubblico servizio” della gestione delle discariche (anzi, si stanno valutando gli atti amministrativi che hanno scelleratamente consentito questa anomalia del sistema). Per il presente - conclude Marino - non potranno più essere mantenute in Sicilia discariche non dotate di impiantistica secondo quanto previsto dalle direttive comunitarie esistenti, pena la revoca delle autorizzazioni rilasciate”.
“Ritengo che la tracotanza assunta da gestori privati di discariche, - dice Marino - non esercenti una mera attività di impresa, ma concessionari di un servizio pubblico, spesso in regime di monopolio nei territori di pertinenza, abbia superato ogni limite, che questa Amministrazione, a differenza del passato, non è disponibile ad accettare”.
Lo strappo insomma è di quelli seri. Anche perché Marino sposta la querelle da un piano puramente personale a quello di uno scontro tra amministrazione e “concessionari di servizio pubblico”. Già pochi giorni fa, Marino, durante un incontro ad Agrigento, riferendosi alla discarica di Siculiana, gestita anche dalla società di Catanzaro, definì poco chiare "le origini della disponibilità dei terreni con la conseguente gestione privata". Sollevando dubbi anche sull'aggiudicazione della gara.
Frasi che avevano spinto Catanzaro ad accantonare per un attimo il “rispetto verso le Istituzioni che oggi rappresenta e verso il suo passato di magistrato”, motivazioni che l'avevano spinto a non replicare “alle gravi e ripetute affermazioni dell'Assessore Marino” e ad annunciare una querela all'ex pm.
Ma Marino non si è scomposto più di tanto. E oggi ha rilanciato. Con toni davvero duri.“Certamente ogni cittadino della Repubblica che si dolga della lesione di suoi diritti, e quindi anche il signor Catanzaro, può ben adire le vie giudiziarie – concede il magistrato scelto da Crocetta come assessore all'Energia -. Tutto questo non mi preoccupa, né mi turba. Certamente non posso accettare lezioni di legalità o altro – secondo quello che riportano organi di informazione - da parte del signor Catanzaro”.
A questo punto, Marino comincia a scartabellare un mini-dossier su Catanzaro: “Questa Amministrazione è ben a conoscenza che nel lontano 1995 la Catanzaro Costruzioni s.r.l. ebbe ad aggiudicarsi il servizio per la gestione della discarica di Siculiana in associazione temporamea di imprese con la Forni ed Impianti industriali Ing. De Bartolomeis S.p.a. di Milano (l'unica in possesso dei requisiti per la partecipazione alla gara), questa ultima coinvolta successivamente (in grassetto e sottolineato nel testo di Marino, ndr) nell'inchiesta “Trash” della DDA di Palermo, per vicende connesse alla turbativa d'asta in gare per discariche, depuratori ed altri impianti di smaltimento, inchiesta culminata finanche nell'arresto del suo direttore generale, Massimo Tronci, per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, risultato in rapporti di affari con Riina Salvatore, Buscemi Antonio, Lipari Giuseppe, Virga Vincenzo, Nania Filippo, Brusca Giovanni e Siino Angelo”.
Ma non solo. Oltre a Cosa Nostra ecco affacciarsi, nella nota di Marino, persino un riferimento alla controversa questione dei termovalorizzatori in Sicilia. “Questa Amministrazione – prosegue infatti Marino - è ben a conoscenza della partecipazione della Catanzaro Costruzioni S.r.l. alla gara dei Termovalorizzatori nella quale, come sottolinea il T.A.R. Palermo nelle sentenze del 7/30 maggio 2013 nn. 1197/2013, 1199/2013, 1193/2013: “... nel caso concreto, (che) l'intera procedura è stata condizionata ab origine, da un illegittimo accordo tra le imprese partecipanti per la spartizione territoriale del servizio e per la formulazione di offerte dai contenuti certamente pilotati e non frutto di libere valutazioni di carattere imprenditoriale. In un contesto del genere, qualsiasi prospettiva di libera concorrenza è, di per sé inesistente o fortemente vanificata, con il risultato che l'amministrazione pubblica non può accollare sulle sue spalle, e, giocoforza, su quelle dei contribuenti, la spesa necessaria per lo svolgimento di un servizio di fondamentale importanza per la collettività.....” - “... è, con tutta evidenza, il frutto non solo di un sicuro scambio di informazioni, ma addirittura di una preparazione a tavolino del concreto contenuto delle singole offerte, limato al punto tale da non lasciare scoperto neanche uno dei 25 ATO presente sul territorio, evitando, al contempo, l'intersezione delle offerte medesime....”.
Il fuoco alle polveri delle polemiche tra Marino e Catanzaro fu acceso nel luglio scorso. In quell'occasione, lo scontro era sorto sulla richiesta da parte del governo di commissariamento per l'impiantistica dei rifiuti. Una richiesta contro la quale si era pronunciata non solo Confindustria, ma anche Legambiente. Le due organizzazioni avevano fatto notare che proprio con le gestioni commissariali, il sistema rifiuti in Sicilia aveva collezionato disastri.
Marino allora non gradì, accusando i confindustriali di preferire le vecchie discariche e tirando in ballo gli interessi economici nel settore del numero due dell'associazione degli industriali, Catanzaro appunto. Una polemica che viene ricordata anche oggi, nella dura nota dell'assessore: “Questa Amministrazione – ricorda infatti Marino - è ben a conoscenza che grazie allo stato di 'emergenza', tanto criticato dal signor Catanzaro nella missiva inviata lo scorso mese di maggio al Senato della Repubblica in occasione della conversione in legge del decreto Monti (che sanciva l'Emergenza nella città di Palermo sull'intero ciclo dei rifiuti e limitatamente all'impiantistica per il resto del territorio siciliano), lo stesso Gruppo Catanzaro ebbe affidato nel 2002, con Ordinanza Prefettizia, quindi in regime di emergenza, la realizzazione dell'ampliamento e la gestione della discarica di Siculiana, “senza sottostare per l'assegnazione dei lavori ad alcuna procedura di pubblica evidenza”, come sottolineato dal Giudice per le indagini preliminari di Agrigento”.
E dopo aver “avvertito” i privati gestori degli impianti di discarico, spesso protagonisti di condizioni “di oligopolio se non di monopolio nel settore”, del fatto che verrà considerata come “interruzione di pubblico servizio” la chiusura delle discariche ai Comuni inadempienti, Marino lancia l'ultima stoccata:“Chiuderemo presto con il passato e non accadrà più che l'amministrazione della cosa pubblica in Sicilia determini condizioni di oligopolio o monopolio privato nel “pubblico servizio” della gestione delle discariche (anzi, si stanno valutando gli atti amministrativi che hanno scelleratamente consentito questa anomalia del sistema). Per il presente - conclude Marino - non potranno più essere mantenute in Sicilia discariche non dotate di impiantistica secondo quanto previsto dalle direttive comunitarie esistenti, pena la revoca delle autorizzazioni rilasciate”.
Accursio Sabella
Via: Live Sicilia
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