Da circa 20 giorni, come segnalato dal Consigliere Valerio Lauricella, in c.da Pietre Cadute manca nientepopodimenochè l'acqua!!! Devo dire che era da parecchio tempo che non si verificava un problema del genere, dovuto ad una rottura che impedisce l'acqua di raggiungere i due recipiente di Pietre Cadute, o meglio, l'acqua arriva in maniera talmente debole che non riesce a raggiungere la maggior parte delle abitazioni.
Quello che voglio scrivere in questo post è un fatto interessante, che ha fatto storia. Appunto oggi interessante, ma negli anni 60 era abbastanza drammatica. Questi fatti sono frutto di una serie di interviste e ricerche fatte nell'archivio del PCI Siculianese, mirate a ricostruire una memoria storica che ci appartiene. Chiedo quindi a chiunque di smentirmi o di correggermi, con reale prova, al fine di migliorare quanto di seguito scritto.
Erano gli anni in cui c'era la proporzionale, comunisti, democristiani e socialisti si preparavano alle elezioni comunali. Era il 1965.
Il PCI a Siculiana in quegli anni e sino ad allora era formato per la stragrande maggioranza da contadini, falegnami, artigiani in genere, cioè quella fascia di cittadini che, pur avendo forza d'animo ed intelligenza mancava di istruzione. D'altronde erano tempi duri, pochi in paese allora si istruivano.
Come per la precedente legislatura, quando il PCI candido' a Sindaco Pancamo (il primo sindaco comunista di Siculiana), il Partito chiese alla federazione di Agrigento di indicare un candidato Sindaco per Siculiana. L'allora segretario provinciale del Partito, Messina, viene convocato in sezione, ove si discute dell'alleanza con il PSU ( i socialisti, poi divenuti PSI) e del candidato che il partito intende presentare.
Esce fuori il nome di un giovane di 28 anni, Dino Tuttolomondo, che in quel periodo si trovava a Burgio, come Consigliere Comunale. Di lì a poco verrà eletto Sindaco di Siculiana, con scenari elettorali d'altri tempi, come quella di Nino Vaccarino, che mentre vendeva le granite bandizzava ai cittadini: “Votate Dino Tuttolomondo, perchè è giovane, non è maritato e si vuole maritare a Siculiana!”.
Inizialmente Dino Tuttolomondo non era ben visto da molti siculianesi, alcuni non erano convinti delle sue capacità per la giovane età, altri invece per il semplice fatto che era un forestiero. Il problema più grande che investiva I siculianesi in quegli anni era la mancanza dell'acqua. Quest'ultima veniva erogata ogni 15-20 giorni! Immaginiamo le condizioni di vita negli anni del secondo dopoguerra, l'acqua veniva riempita almeno ogni 15 giorni, i cittadini si adoperavano con bidoni e anfore di tutti i tipi per fare scorte per dissetarsi, si raccoglievano le acque dei tetti per lavarsi o dalle pozzanghere per chi utilizzava l'acqua per lavorare (imbianchini, muratori, ecc.), per non parlare dei contadini. A testimoniare tale situazione riporto uno stralcio di una interrogazione parlamentare dell'allora Deputato Democristiano Giuseppe Sinesio.
Camera dei deputati - IV legislatura – discussioni – seduta del 9 marzo 1966:
In realtà, il problema non era dovuto né alle frane, tantomeno per la posizione dei centri abitati. Siculiana, come altri comuni, era ben fornita di recipiente e la rete idrica era appunta realizzata secondo il progetto citato nella risposta dell'interrogazione. Vi era una sorta di impedimento dovuto ad una precedenza che avevano l'impianto della cementeria e la Montecatini di Porto Empedocle, regolarmente autorizzata dalle istituzioni, cosa che oggi chiameremmo “imbroglio istituzionalizzato”, cioè venivano favorite prima le industrie, poi i comuni mortali!
Dino Tuttolomondo intui' questa cosa e fece una grande assemblea pubblica, coinvolse i cittadini per una manifestazione alla prefettura di Agrigento. Era il luglio del 1967, le famiglie Ingaglia e Musso misero a disposizione i loro camion, chi possedeva l'auto portava con se' le donne a manifestare. C'erano tutti, comunisti, socialisti e democristiani uniti per una battaglia comune, utile per la sopravvivenza. Davanti la prefettura non mancarono di certo i ceffoni, c'è chi dice di qualche randellata in testa con una chiave inglese. Alla fine il Sindaco fu ricevuto dal Prefetto e dopo aver illustrato i tragici disagi dei cittadini, Tuttolomondo usci' con una promessa: l'acqua dopo qualche breve tempo venne erogata in maniera corretta e fu costruito dopo qualche mese un secondo recipiente, per erogare l'acqua nella zona di “Sant'Antuninu”.
Oggi sarebbe forse facile risolvere un problema del genere, ma in quegli anni, con i pochi mezzi di comunicazione che esistevano, senza internet, senza tv e con la miseria che bussava imperterrita nelle case, si lottava. Gli intervistati hanno chiesto di rimanere nell'anonimato, ma mi hanno chiesto di ringraziare Dino Tuttolomondo, per essere stato un grande Sindaco, che ha cambiato il modo di amministrare eliminando qualsiasi discriminazione ed è stato il sindaco di tutti.
Grazie
Salvatore Rizzo
Quello che voglio scrivere in questo post è un fatto interessante, che ha fatto storia. Appunto oggi interessante, ma negli anni 60 era abbastanza drammatica. Questi fatti sono frutto di una serie di interviste e ricerche fatte nell'archivio del PCI Siculianese, mirate a ricostruire una memoria storica che ci appartiene. Chiedo quindi a chiunque di smentirmi o di correggermi, con reale prova, al fine di migliorare quanto di seguito scritto.
Erano gli anni in cui c'era la proporzionale, comunisti, democristiani e socialisti si preparavano alle elezioni comunali. Era il 1965.
Il PCI a Siculiana in quegli anni e sino ad allora era formato per la stragrande maggioranza da contadini, falegnami, artigiani in genere, cioè quella fascia di cittadini che, pur avendo forza d'animo ed intelligenza mancava di istruzione. D'altronde erano tempi duri, pochi in paese allora si istruivano.
Come per la precedente legislatura, quando il PCI candido' a Sindaco Pancamo (il primo sindaco comunista di Siculiana), il Partito chiese alla federazione di Agrigento di indicare un candidato Sindaco per Siculiana. L'allora segretario provinciale del Partito, Messina, viene convocato in sezione, ove si discute dell'alleanza con il PSU ( i socialisti, poi divenuti PSI) e del candidato che il partito intende presentare.
Esce fuori il nome di un giovane di 28 anni, Dino Tuttolomondo, che in quel periodo si trovava a Burgio, come Consigliere Comunale. Di lì a poco verrà eletto Sindaco di Siculiana, con scenari elettorali d'altri tempi, come quella di Nino Vaccarino, che mentre vendeva le granite bandizzava ai cittadini: “Votate Dino Tuttolomondo, perchè è giovane, non è maritato e si vuole maritare a Siculiana!”.
Inizialmente Dino Tuttolomondo non era ben visto da molti siculianesi, alcuni non erano convinti delle sue capacità per la giovane età, altri invece per il semplice fatto che era un forestiero. Il problema più grande che investiva I siculianesi in quegli anni era la mancanza dell'acqua. Quest'ultima veniva erogata ogni 15-20 giorni! Immaginiamo le condizioni di vita negli anni del secondo dopoguerra, l'acqua veniva riempita almeno ogni 15 giorni, i cittadini si adoperavano con bidoni e anfore di tutti i tipi per fare scorte per dissetarsi, si raccoglievano le acque dei tetti per lavarsi o dalle pozzanghere per chi utilizzava l'acqua per lavorare (imbianchini, muratori, ecc.), per non parlare dei contadini. A testimoniare tale situazione riporto uno stralcio di una interrogazione parlamentare dell'allora Deputato Democristiano Giuseppe Sinesio.
Camera dei deputati - IV legislatura – discussioni – seduta del 9 marzo 1966:
In realtà, il problema non era dovuto né alle frane, tantomeno per la posizione dei centri abitati. Siculiana, come altri comuni, era ben fornita di recipiente e la rete idrica era appunta realizzata secondo il progetto citato nella risposta dell'interrogazione. Vi era una sorta di impedimento dovuto ad una precedenza che avevano l'impianto della cementeria e la Montecatini di Porto Empedocle, regolarmente autorizzata dalle istituzioni, cosa che oggi chiameremmo “imbroglio istituzionalizzato”, cioè venivano favorite prima le industrie, poi i comuni mortali!
Dino Tuttolomondo intui' questa cosa e fece una grande assemblea pubblica, coinvolse i cittadini per una manifestazione alla prefettura di Agrigento. Era il luglio del 1967, le famiglie Ingaglia e Musso misero a disposizione i loro camion, chi possedeva l'auto portava con se' le donne a manifestare. C'erano tutti, comunisti, socialisti e democristiani uniti per una battaglia comune, utile per la sopravvivenza. Davanti la prefettura non mancarono di certo i ceffoni, c'è chi dice di qualche randellata in testa con una chiave inglese. Alla fine il Sindaco fu ricevuto dal Prefetto e dopo aver illustrato i tragici disagi dei cittadini, Tuttolomondo usci' con una promessa: l'acqua dopo qualche breve tempo venne erogata in maniera corretta e fu costruito dopo qualche mese un secondo recipiente, per erogare l'acqua nella zona di “Sant'Antuninu”.
Oggi sarebbe forse facile risolvere un problema del genere, ma in quegli anni, con i pochi mezzi di comunicazione che esistevano, senza internet, senza tv e con la miseria che bussava imperterrita nelle case, si lottava. Gli intervistati hanno chiesto di rimanere nell'anonimato, ma mi hanno chiesto di ringraziare Dino Tuttolomondo, per essere stato un grande Sindaco, che ha cambiato il modo di amministrare eliminando qualsiasi discriminazione ed è stato il sindaco di tutti.
Grazie
Salvatore Rizzo
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