Primo punto: abolizione delle liste bloccate nelle elezioni politiche, le quali costituiscono il sovvertimento, autorizzato per legge, del reale consenso dei politici che ci rappresentano. Quest' importante passo avanti eliminerebbe in realtà mogli, amici, veline e portaborse, con la piccola differenza che soltanto coloro che negli anni hanno fatto politica e quindi esperienza sul campo sarebbero in grado di conquistare il seggio.
Secondo punto: abolizione delle candidature multiple. I candidati, alle elezioni europee e alle politiche, potranno candidarsi in un solo collegio o circoscrizione. In tal modo si eviterebbero quegli squallidi giochi politici, fatti dopo le elezioni, per decidere chi deve entrare dei non eletti. Con questo secondo punto in concorso con il primo, non si darebbe la possibilità alle segreterie di nominare il fortunato ed inoltre i big si dovrebbero scegliere prima la circoscrizione in cui candidarsi.
Terzo punto: abolizione dei listini da tutte le leggi elettorali regionali che lo consentono, perché non è possibile che alcuni candidati a consigliere regionale devono spendersi sul territorio per catturare consensi invece altri se ne stanno comodamente a casa sicuri di essere eletti.
Quarto punto: abolizione ma soprattutto una seria azione di accertamento dei doppi incarichi politici. Gli eletti (o in maniera più seria i candidati) alle elezioni politiche non potranno ricoprire nessun altro incarico politico nelle Regioni, nelle Province e nei Comuni.
Per dovere di cronaca, uno dei due quesiti del referendum Guzzetta-Segni del giugno 2009 prevedeva di vietare le candidature multiple, ma il referendum è stato reso non valido da una scarsa affluenza alle urne. Insomma, non sono un costituzionalista, ma anche questi piccoli accorgimenti consentirebbero agli italiani di sentirsi più vicini alla classe politica, e non lontani e sfiduciati da una casta che non vuole perdere neanche un privilegio.
Articolo pubblicato su Italians di Beppe Sevegnini, Corriere della Sera.
Valerio Lauricella
Secondo punto: abolizione delle candidature multiple. I candidati, alle elezioni europee e alle politiche, potranno candidarsi in un solo collegio o circoscrizione. In tal modo si eviterebbero quegli squallidi giochi politici, fatti dopo le elezioni, per decidere chi deve entrare dei non eletti. Con questo secondo punto in concorso con il primo, non si darebbe la possibilità alle segreterie di nominare il fortunato ed inoltre i big si dovrebbero scegliere prima la circoscrizione in cui candidarsi.
Terzo punto: abolizione dei listini da tutte le leggi elettorali regionali che lo consentono, perché non è possibile che alcuni candidati a consigliere regionale devono spendersi sul territorio per catturare consensi invece altri se ne stanno comodamente a casa sicuri di essere eletti.
Quarto punto: abolizione ma soprattutto una seria azione di accertamento dei doppi incarichi politici. Gli eletti (o in maniera più seria i candidati) alle elezioni politiche non potranno ricoprire nessun altro incarico politico nelle Regioni, nelle Province e nei Comuni.
Per dovere di cronaca, uno dei due quesiti del referendum Guzzetta-Segni del giugno 2009 prevedeva di vietare le candidature multiple, ma il referendum è stato reso non valido da una scarsa affluenza alle urne. Insomma, non sono un costituzionalista, ma anche questi piccoli accorgimenti consentirebbero agli italiani di sentirsi più vicini alla classe politica, e non lontani e sfiduciati da una casta che non vuole perdere neanche un privilegio.
Articolo pubblicato su Italians di Beppe Sevegnini, Corriere della Sera.
Valerio Lauricella
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