GIUSEPPE DIMORA, CANDIDATO DI L'ALTRA SICILIA, ITALIANO ALL'ESTERO.
Bruxelles, 14 aprile 2006
Il servizio trasmesso ieri, 13 aprile 2006, in prima serata da "Striscia la notizia" in ordine alla compravendita di schede che i partiti avrebbero votato al posto degli elettori nella circoscrizione consolare di Bruxelles non può passare come una qualunque denuncia di malgoverno; essa rappresenta una notizia gravissima e come tale va trattata e denunciata.
L'Altra Sicilia, sebbene non presente in Parlamento, ha alto il senso delle istituzioni e rispetta la legge in materia elettorale: per questa ragione, e solo per questa ragione, non entra direttamente nella polemica di queste ore su altri presunti brogli che forse, sul territorio italiano, seppur presenti, non sembrano aver avuto gran peso e che oggettivamente possono portare il paese ad una gravissima crisi di legittimità mai prima sperimentata.
Tuttavia non si può nascondere il rilievo penale e politico di ciò a cui abbiamo assistito la sera scorsa. Qui non si tratta di contestare un risultato e pretendere una "improbabile" riconta. Qui il problema è di capire, per la verità e per la storia, qual era veramente la volontà dei cittadini italiani residenti all'estero.
Già con un nostro comunicato avevamo paventato, in tempi non sospetti (20 febbraio u.s.) la possibilità che ciò accadesse. Riportiamo per esteso il passo di quella nostra denuncia, che oggi appare quasi profetica, in cui chiedevamo persino l'intervento di osservatori internazionali:
"... ma c'è di peggio.
Un voto all'estero serio avviene per corrispondenza "raccomandata" o per via telematica con tanto di chiave d'accesso e non per corrispondenza semplice come è avvenuto per le elezioni dei COMITES.
Con una posta in gioco così alta il rischio è che si intercetti facilmente questa corrispondenza, la si raccolga dalle cassette postali e dai condomini, per consegnarla ai patronati di partito o votarla. Si parla già di una tariffa, "tot" a scheda, ed è inevitabile che ciò accada...
...che fare dunque per evitare che queste elezioni si risolvano in una gigantesca truffa ai danni dei cittadini italiani che hanno il solo torto di essere stati costretti ad emigrare (quasi sempre i nostri "Siciliani" e "Meridionali")?
Resta soltanto da invocare, come si fa per tutti i paesi inaffidabili da un punto di vista politico, gli osservatori internazionali e, visto che l'Italia fa parte di una comunità politica sovranazionale che della democrazia ha fatto il proprio caposaldo (da "Amsterdam" in poi, almeno), questi osservatori dovranno essere inviati dall'Unione Europea la quale dovrebbe vigilare sulle spedizioni e le ricezioni delle schede elettorali e con controlli a campione per garantire l'affidabilità delle consultazioni. Intanto si invitano tutti i cittadini a vigilare sulla propria cassetta postale affinché nessuno li privi del diritto di voto o, peggio, voti per loro."
Questa la nostra passata denuncia, ora tristemente riscontrata...
Che dire? Se fosse una campagna mediatica "orchestrata" a tavolino "Striscia la notizia" andrebbe subito querelata per diffamazione. Se, come le montagne di schede stanno a dimostrare ad evidenza, le accuse si rivelassero fondate, le conseguenze non sarebbero liquidabili come quelle delle poche decine di schede contestate e riassegnate sul territorio italiano.
Proviamo a fare qualche calcolo. Solo 3.000 schede "comprate" e votate dai partiti italiani a Bruxelles? E quante a Liegi, quante a Mons o in altre circoscrizioni consolari del Belgio? Poniamo prudenzialmente 10.000? E se fosse stato un gioco generalizzato a gran parte d'Europa che significato avrebbero i numeri che pure abbiamo commentato con soddisfazione? Qualcosa non ci tornava nei conti quando pensavamo che due anni fa, nella sola Bruxelles, ai Comites L'Altra Sicilia aveva avuto circa 1.300 voti ed ora sull'onda di un consenso forte e generalizzato nel Belgio intero superavamo di poco i 2.000... Avevamo dei sospetti ma ... senza prove ... e poi non è detto che i brogli abbiano penalizzato solo noi...
Qui però c'è un fatto politico sconcertante e moralmente inaccettabile: è probabile che la volontà politica di decine di migliaia di elettori in tutta Europa sia stata intercettata e dirottata.
Alcuni nostri candidati, assistendo allo spoglio, hanno notato anche la straordinaria somiglianza nella calligrafia di centinaia di schede votate... Può anche darsi che un "padre di famiglia" rediga le schede sotto la dettatura di parenti ed amici ma "centinaia" di schede...
Ripetiamo: ci sono responsabilità penali che le autorità competenti devono accertare e responsabilità politiche che, se la "contraffazione" superasse una certa soglia, priverebbero la consultazione estera di qualunque legittimità, con l'aggravante che i voti esteri si sono rivelati determinanti per la costituzione della nuova maggioranza.
Invitiamo pertanto tutti coloro che fossero a conoscenza di analoghi brogli in altre sedi a denunciare tutto ciò che sanno e - se tali brogli rivelassero una dimensione non più degna di una repubblica democratica - invitiamo il Presidente della Repubblica uscente a formare senza indugio un governo tecnico di transizione in Italia che rinnovi la consultazione elettorale, magari solo per i cittadini residenti all'estero. Potrebbe sembrare una proposta eversiva, ma la vera eversività è quella "bielorussa" di negare la ripetizione di consultazioni manifestamente alterate.
Non sappiamo se la verità avrebbe potuto far cambiare la distribuzione dei seggi ma - a questo punto - la verità è per noi un bene ancora più importante di tale medesima distribuzione.
Abbiamo buone ragioni per ritenere che, quale forza meno "dotata" finanziariamente, saremmo stata la più danneggiata da queste modalità di consultazione elettorale.
L'Altra Sicilia - Ufficio stampaIl servizio trasmesso ieri, 13 aprile 2006, in prima serata da "Striscia la notizia" in ordine alla compravendita di schede che i partiti avrebbero votato al posto degli elettori nella circoscrizione consolare di Bruxelles non può passare come una qualunque denuncia di malgoverno; esso rappresenta una notizia gravissima e come tale va trattata e denunciata.
L'Altra Sicilia, sebbene non presente in Parlamento, ha alto il senso delle istituzioni e rispetta la legge in materia elettorale: per questa ragione, e solo per questa ragione, non entra direttamente nella polemica di queste ore su altri presunti brogli che forse, sul territorio italiano, seppur presenti, non sembrano aver avuto gran peso e che oggettivamente possono portare il paese ad una gravissima crisi di legittimità mai prima sperimentata.
Tuttavia non si può nascondere il rilievo penale e politico di ciò a cui abbiamo assistito la sera scorsa. Qui non si tratta di contestare un risultato e pretendere una "improbabile" riconta. Qui il problema è di capire, per la verità e per la storia, qual era veramente la volontà dei cittadini italiani residenti all'estero.
Già con un nostro comunicato avevamo paventato, in tempi non sospetti (20 febbraio u.s.) la possibilità che ciò accadesse. Riportiamo per esteso il passo di quella nostra denuncia, che oggi appare quasi profetica, in cui chiedevamo persino l'intervento di osservatori internazionali:
"... Ma c'è di peggio.
Un voto all'estero serio avviene per corrispondenza "raccomandata" o per via telematica con tanto di chiave d'accesso e non per corrispondenza semplice come è avvenuto per le elezioni dei COMITES.
Con una posta in gioco così alta il rischio è che si intercetti facilmente questa corrispondenza, la si raccolga dalle cassette postali e dai condomini, per consegnarla ai patronati di partito o votarla. Si parla già di una tariffa, "tot" a scheda, ed è inevitabile che ciò accada, ...
...Che fare dunque per evitare che queste elezioni si risolvano in una gigantesca truffa ai danni dei cittadini italiani che hanno il solo torto di essere stati costretti ad emigrare (quasi sempre i nostri "Siciliani" e "Meridionali")?
Resta soltanto da invocare, come si fa per tutti i paesi inaffidabili da un punto di vista politico, gli osservatori internazionali e, visto che l'Italia fa parte di una comunità politica sovranazionale che della democrazia ha fatto il proprio caposaldo (da "Amsterdam" in poi, almeno), questi osservatori dovranno essere inviati dall'Unione Europea la quale dovrebbe vigilare sulle spedizioni e le ricezioni delle schede elettorali e con controlli a campione per garantire l'affidabilità delle consultazioni.
Intanto si invitano tutti i cittadini a vigilare sulla propria cassetta postale affinché nessuno li privi del diritto di voto o, peggio, voti per loro. "
Questa la nostra passata denuncia, ora tristemente riscontrata...
Che dire? Se fosse una campagna mediatica "orchestrata" a tavolino "Striscia la notizia" andrebbe subito querelata per diffamazione. Se, come le montagne di schede stanno a dimostrare ad evidenza, le accuse si rivelassero fondate, le conseguenze non sarebbero liquidabili come quelle delle poche decine di schede contestate e riassegnate sul territorio italiano.
Proviamo a fare qualche calcolo. Solo 3.000 schede "comprate" e votate dai partiti italiani a Bruxelles? E quante a Liegi, quante a Mons o in altre circoscrizioni consolari del Belgio? Poniamo prudenzialmente 10.000? E se fosse stato un gioco generalizzato a gran parte d'Europa che significato avrebbero i numeri che pure abbiamo commentato con soddisfazione? Qualcosa non ci tornava nei conti quando pensavamo che due anni fa, nella sola Bruxelles, ai Comites L'Altra Sicilia aveva avuto circa 1.500 voti ed ora sull'onda di un consenso forte e generalizzato nel Belgio intero superavamo di poco i 2.000... Avevamo dei sospetti ma ... senza prove ... e poi non è detto che i brogli abbiano penalizzato solo noi...
Qui però c'è un fatto politico sconcertante e moralmente inaccettabile: è probabile che la volontà politica di decine di migliaia di elettori in tutta Europa sia stata intercettata e dirottata.
Alcuni nostri candidati, assistendo allo spoglio, hanno notato anche la straordinaria somiglianza nella calligrafia di centinaia di schede votate... Può anche darsi che un "padre di famiglia" rediga le schede sotto la dettatura di parenti ed amici ma "centinaia" di schede...
Ripetiamo: ci sono responsabilità penali che le autorità competenti devono accertare e responsabilità politiche che, se la "contraffazione" superasse una certa soglia, priverebbero la consultazione estera di qualunque legittimità, con l'aggravante che i voti esteri si sono rivelati determinanti per la costituzione della nuova maggioranza.
Invitiamo pertanto tutti coloro che fossero a conoscenza di analoghi brogli in altre sedi a denunciare tutto ciò che sanno e - se tali brogli rivelassero una dimensione non più degna di una repubblica democratica - invitiamo il Presidente della Repubblica uscente a formare senza indugio un governo tecnico di transizione in Italia che rinnovi la consultazione elettorale, magari solo per i cittadini residenti all'estero.
Potrebbe sembrare una proposta eversiva, ma la vera eversività è quella "bielorussa" di negare la ripetizione di consultazioni manifestamente alterate.
Non sappiamo se la verità avrebbe potuto far cambiare la distribuzione dei seggi ma - a questo punto - la verità è per noi un bene ancora più importante di tale medesima distribuzione.
Abbiamo buone ragioni per ritenere che, quale forza meno "dotata" finanziariamente, saremmo stata la più danneggiata da queste modalità di consultazione elettorale.
L'Altra Sicilia - Ufficio stampa
fonte: http://www.laltrasicilia.org/
Alphonsedoria
Bruxelles, 14 aprile 2006
Il servizio trasmesso ieri, 13 aprile 2006, in prima serata da "Striscia la notizia" in ordine alla compravendita di schede che i partiti avrebbero votato al posto degli elettori nella circoscrizione consolare di Bruxelles non può passare come una qualunque denuncia di malgoverno; essa rappresenta una notizia gravissima e come tale va trattata e denunciata.
L'Altra Sicilia, sebbene non presente in Parlamento, ha alto il senso delle istituzioni e rispetta la legge in materia elettorale: per questa ragione, e solo per questa ragione, non entra direttamente nella polemica di queste ore su altri presunti brogli che forse, sul territorio italiano, seppur presenti, non sembrano aver avuto gran peso e che oggettivamente possono portare il paese ad una gravissima crisi di legittimità mai prima sperimentata.
Tuttavia non si può nascondere il rilievo penale e politico di ciò a cui abbiamo assistito la sera scorsa. Qui non si tratta di contestare un risultato e pretendere una "improbabile" riconta. Qui il problema è di capire, per la verità e per la storia, qual era veramente la volontà dei cittadini italiani residenti all'estero.
Già con un nostro comunicato avevamo paventato, in tempi non sospetti (20 febbraio u.s.) la possibilità che ciò accadesse. Riportiamo per esteso il passo di quella nostra denuncia, che oggi appare quasi profetica, in cui chiedevamo persino l'intervento di osservatori internazionali:
"... ma c'è di peggio.
Un voto all'estero serio avviene per corrispondenza "raccomandata" o per via telematica con tanto di chiave d'accesso e non per corrispondenza semplice come è avvenuto per le elezioni dei COMITES.
Con una posta in gioco così alta il rischio è che si intercetti facilmente questa corrispondenza, la si raccolga dalle cassette postali e dai condomini, per consegnarla ai patronati di partito o votarla. Si parla già di una tariffa, "tot" a scheda, ed è inevitabile che ciò accada...
...che fare dunque per evitare che queste elezioni si risolvano in una gigantesca truffa ai danni dei cittadini italiani che hanno il solo torto di essere stati costretti ad emigrare (quasi sempre i nostri "Siciliani" e "Meridionali")?
Resta soltanto da invocare, come si fa per tutti i paesi inaffidabili da un punto di vista politico, gli osservatori internazionali e, visto che l'Italia fa parte di una comunità politica sovranazionale che della democrazia ha fatto il proprio caposaldo (da "Amsterdam" in poi, almeno), questi osservatori dovranno essere inviati dall'Unione Europea la quale dovrebbe vigilare sulle spedizioni e le ricezioni delle schede elettorali e con controlli a campione per garantire l'affidabilità delle consultazioni. Intanto si invitano tutti i cittadini a vigilare sulla propria cassetta postale affinché nessuno li privi del diritto di voto o, peggio, voti per loro."
Questa la nostra passata denuncia, ora tristemente riscontrata...
Che dire? Se fosse una campagna mediatica "orchestrata" a tavolino "Striscia la notizia" andrebbe subito querelata per diffamazione. Se, come le montagne di schede stanno a dimostrare ad evidenza, le accuse si rivelassero fondate, le conseguenze non sarebbero liquidabili come quelle delle poche decine di schede contestate e riassegnate sul territorio italiano.
Proviamo a fare qualche calcolo. Solo 3.000 schede "comprate" e votate dai partiti italiani a Bruxelles? E quante a Liegi, quante a Mons o in altre circoscrizioni consolari del Belgio? Poniamo prudenzialmente 10.000? E se fosse stato un gioco generalizzato a gran parte d'Europa che significato avrebbero i numeri che pure abbiamo commentato con soddisfazione? Qualcosa non ci tornava nei conti quando pensavamo che due anni fa, nella sola Bruxelles, ai Comites L'Altra Sicilia aveva avuto circa 1.300 voti ed ora sull'onda di un consenso forte e generalizzato nel Belgio intero superavamo di poco i 2.000... Avevamo dei sospetti ma ... senza prove ... e poi non è detto che i brogli abbiano penalizzato solo noi...
Qui però c'è un fatto politico sconcertante e moralmente inaccettabile: è probabile che la volontà politica di decine di migliaia di elettori in tutta Europa sia stata intercettata e dirottata.
Alcuni nostri candidati, assistendo allo spoglio, hanno notato anche la straordinaria somiglianza nella calligrafia di centinaia di schede votate... Può anche darsi che un "padre di famiglia" rediga le schede sotto la dettatura di parenti ed amici ma "centinaia" di schede...
Ripetiamo: ci sono responsabilità penali che le autorità competenti devono accertare e responsabilità politiche che, se la "contraffazione" superasse una certa soglia, priverebbero la consultazione estera di qualunque legittimità, con l'aggravante che i voti esteri si sono rivelati determinanti per la costituzione della nuova maggioranza.
Invitiamo pertanto tutti coloro che fossero a conoscenza di analoghi brogli in altre sedi a denunciare tutto ciò che sanno e - se tali brogli rivelassero una dimensione non più degna di una repubblica democratica - invitiamo il Presidente della Repubblica uscente a formare senza indugio un governo tecnico di transizione in Italia che rinnovi la consultazione elettorale, magari solo per i cittadini residenti all'estero. Potrebbe sembrare una proposta eversiva, ma la vera eversività è quella "bielorussa" di negare la ripetizione di consultazioni manifestamente alterate.
Non sappiamo se la verità avrebbe potuto far cambiare la distribuzione dei seggi ma - a questo punto - la verità è per noi un bene ancora più importante di tale medesima distribuzione.
Abbiamo buone ragioni per ritenere che, quale forza meno "dotata" finanziariamente, saremmo stata la più danneggiata da queste modalità di consultazione elettorale.
L'Altra Sicilia - Ufficio stampaIl servizio trasmesso ieri, 13 aprile 2006, in prima serata da "Striscia la notizia" in ordine alla compravendita di schede che i partiti avrebbero votato al posto degli elettori nella circoscrizione consolare di Bruxelles non può passare come una qualunque denuncia di malgoverno; esso rappresenta una notizia gravissima e come tale va trattata e denunciata.
L'Altra Sicilia, sebbene non presente in Parlamento, ha alto il senso delle istituzioni e rispetta la legge in materia elettorale: per questa ragione, e solo per questa ragione, non entra direttamente nella polemica di queste ore su altri presunti brogli che forse, sul territorio italiano, seppur presenti, non sembrano aver avuto gran peso e che oggettivamente possono portare il paese ad una gravissima crisi di legittimità mai prima sperimentata.
Tuttavia non si può nascondere il rilievo penale e politico di ciò a cui abbiamo assistito la sera scorsa. Qui non si tratta di contestare un risultato e pretendere una "improbabile" riconta. Qui il problema è di capire, per la verità e per la storia, qual era veramente la volontà dei cittadini italiani residenti all'estero.
Già con un nostro comunicato avevamo paventato, in tempi non sospetti (20 febbraio u.s.) la possibilità che ciò accadesse. Riportiamo per esteso il passo di quella nostra denuncia, che oggi appare quasi profetica, in cui chiedevamo persino l'intervento di osservatori internazionali:
"... Ma c'è di peggio.
Un voto all'estero serio avviene per corrispondenza "raccomandata" o per via telematica con tanto di chiave d'accesso e non per corrispondenza semplice come è avvenuto per le elezioni dei COMITES.
Con una posta in gioco così alta il rischio è che si intercetti facilmente questa corrispondenza, la si raccolga dalle cassette postali e dai condomini, per consegnarla ai patronati di partito o votarla. Si parla già di una tariffa, "tot" a scheda, ed è inevitabile che ciò accada, ...
...Che fare dunque per evitare che queste elezioni si risolvano in una gigantesca truffa ai danni dei cittadini italiani che hanno il solo torto di essere stati costretti ad emigrare (quasi sempre i nostri "Siciliani" e "Meridionali")?
Resta soltanto da invocare, come si fa per tutti i paesi inaffidabili da un punto di vista politico, gli osservatori internazionali e, visto che l'Italia fa parte di una comunità politica sovranazionale che della democrazia ha fatto il proprio caposaldo (da "Amsterdam" in poi, almeno), questi osservatori dovranno essere inviati dall'Unione Europea la quale dovrebbe vigilare sulle spedizioni e le ricezioni delle schede elettorali e con controlli a campione per garantire l'affidabilità delle consultazioni.
Intanto si invitano tutti i cittadini a vigilare sulla propria cassetta postale affinché nessuno li privi del diritto di voto o, peggio, voti per loro. "
Questa la nostra passata denuncia, ora tristemente riscontrata...
Che dire? Se fosse una campagna mediatica "orchestrata" a tavolino "Striscia la notizia" andrebbe subito querelata per diffamazione. Se, come le montagne di schede stanno a dimostrare ad evidenza, le accuse si rivelassero fondate, le conseguenze non sarebbero liquidabili come quelle delle poche decine di schede contestate e riassegnate sul territorio italiano.
Proviamo a fare qualche calcolo. Solo 3.000 schede "comprate" e votate dai partiti italiani a Bruxelles? E quante a Liegi, quante a Mons o in altre circoscrizioni consolari del Belgio? Poniamo prudenzialmente 10.000? E se fosse stato un gioco generalizzato a gran parte d'Europa che significato avrebbero i numeri che pure abbiamo commentato con soddisfazione? Qualcosa non ci tornava nei conti quando pensavamo che due anni fa, nella sola Bruxelles, ai Comites L'Altra Sicilia aveva avuto circa 1.500 voti ed ora sull'onda di un consenso forte e generalizzato nel Belgio intero superavamo di poco i 2.000... Avevamo dei sospetti ma ... senza prove ... e poi non è detto che i brogli abbiano penalizzato solo noi...
Qui però c'è un fatto politico sconcertante e moralmente inaccettabile: è probabile che la volontà politica di decine di migliaia di elettori in tutta Europa sia stata intercettata e dirottata.
Alcuni nostri candidati, assistendo allo spoglio, hanno notato anche la straordinaria somiglianza nella calligrafia di centinaia di schede votate... Può anche darsi che un "padre di famiglia" rediga le schede sotto la dettatura di parenti ed amici ma "centinaia" di schede...
Ripetiamo: ci sono responsabilità penali che le autorità competenti devono accertare e responsabilità politiche che, se la "contraffazione" superasse una certa soglia, priverebbero la consultazione estera di qualunque legittimità, con l'aggravante che i voti esteri si sono rivelati determinanti per la costituzione della nuova maggioranza.
Invitiamo pertanto tutti coloro che fossero a conoscenza di analoghi brogli in altre sedi a denunciare tutto ciò che sanno e - se tali brogli rivelassero una dimensione non più degna di una repubblica democratica - invitiamo il Presidente della Repubblica uscente a formare senza indugio un governo tecnico di transizione in Italia che rinnovi la consultazione elettorale, magari solo per i cittadini residenti all'estero.
Potrebbe sembrare una proposta eversiva, ma la vera eversività è quella "bielorussa" di negare la ripetizione di consultazioni manifestamente alterate.
Non sappiamo se la verità avrebbe potuto far cambiare la distribuzione dei seggi ma - a questo punto - la verità è per noi un bene ancora più importante di tale medesima distribuzione.
Abbiamo buone ragioni per ritenere che, quale forza meno "dotata" finanziariamente, saremmo stata la più danneggiata da queste modalità di consultazione elettorale.
L'Altra Sicilia - Ufficio stampa
fonte: http://www.laltrasicilia.org/
la verita' e' un'altra anche se puo' fare male: in realta' il voto all'estero cosi' com'e' concepito e' piu' uno schiaffo alla certezza e al diritto che viceversa. Non c'e' assoluta certezza persino sul numero dei votanti o degli aventi diritto al voto all'estero....siamo quindi anni luce piu' indietro persino da una situazione minima accettabile che potrebbe allora essere legittimata da osservatori internazionali. In altre parole al punto in cui siamo non ha neanche senso interpellare gli osservatori internazionali perche' si parte al di sotto delle minime accettabili garanzie di voto ammesse in un paese civile. La verita' cruda e' questa. Il voto all'estero bisognerebbe essere annullato.
RispondiEliminaLa stessa legge, a dire il vero, e' stata una forzatura costituzionale con la creazione di circoscrizioni planetarie che credo non hanno nessun riscontro in altri paesei civili. Questa e' perlomeno una mia personale osservazione che e' comunque indipendente da quanto sopra esposto sulla mancanza di regolarita' nell'esercizio del voto. La legge del voto all'estero e' stata voluta per passione da una singola persona un po' visionaria forse, Tremaglia, che ha trascinato prima il suo partito (AN) poi il parlamento a una scelta che baratta il giusto riconoscimento di figli della patria all'estero con l'atto del voto all'estero, che sono due cose ben diverse. Ogni italiano ha diritto di votare, e' vero e sacrosanto, ma giudizio e legalita' vorrebbe che l'esercizio di tale diritto si attuasse se sposato all'espletamento di un dovere del caso inderogabile, cioe' al pagamento delle tasse. Cittadinanza e pagamento delle tasse dovrebbero entrambi essere requisiti necessari per potere esercitare il diritto di voto. Non ha senso istituzionale infatti che un cittadino influisca sul destino di una nazione se non contribuisce al mantenimento della stessa, quantunque possa sempre e in ogni momento continuare a ricevere legittimamente da questa vari benefici connessi con il suo status di cittadino. Ma il voto e' un'altra cosa. Ne' far leva sulle nostalgiche rimesse degli emigrati darebbe legittimazione al voto all'estero se queste non fossero accoppiate al pagamento delle tasse. Del resto anche questa questione delle rimesse degli emigrati dall'estero e' gia' anacronistica visto che gli emigrati ora si sono integrati e sempre piu' si integrano stabilmente con la propria famiglia nei diversi paesi che li hanno accolti.
Paradossalmente ora che e' stato fatto il danno con una legge piu' obbediente alla nostalgia e alla passione che al diritto e alla giustizia , si e' creata una situazione strana e problematica cui nessuno ha il coraggio di rimediare.
Il solito pasticcio all'italiana insomma....attraverso cui i primi fautori e responsabili giustamente ne hanno pagato lo scotto perdendo le elezioni...ben gli sta!!
bel commento!
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